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Colloquio Spirituale di Mamma Natuzza con Gesù

Natuzza evolo Walter Sulla

COLLOQUI SPIRITUALI TRA NATUZZA E GESU’ (Quaresima 2006)

 

Gesù: Tu stai soffrendo terribilmente e io con te e più di te. La sofferenza è un mio dono. Ma tu mi puoi dire, come hai detto questa mattina, che se fosse un’altra al tuo posto si sarebbe buttata dal balcone, perché la sofferenza è troppa.

Sì, figlia mia, hai ragione. Questo non lo faresti, nemmeno se fossi con l’acqua alla gola, perché da quando ti ho scelta, ti ho dato una forza potente e una benedizione particolare.

Natuzza: Signore mio, e più acqua alla gola di questa? Mi scendono pure le bave!

Gesù: Ma tu sei forte. Questo non lo fai mai. Lo fanno i poveri disperati e i poveri impossessati. Tu mi ami.

Natuzza: Signore mio, quando una mamma ama un figlio, per amore del figlio può perdere la testa e uccidersi. Può capitare pure a me.

Gesù: Non è vero. Io non sono tuo figlio, tuo padre, tuo fratello? Ma tu non lo faresti per vari motivi: uno perché sei forte, un altro perché hai la fede viva, un altro perché ti ho dato sempre una carezza di conforto. Come lo fai? Lo fa chi non ha Dio nel cuore, chi non sa amare il prossimo, chi non conosce se ci sono o non ci sono. Siccome tu hai tutte queste cose non lo potresti mai fare.

Natuzza: E chi me le ha messe dentro?

Gesù: Non tu. Non era cosa tua, eri ancora nel ventre di tua madre. Eri senza ragione. Te le ho messe io. è come una pianta in un terreno fertile: cresce piano piano, prima lo stelo e poi le foglie. Le foglie sono tutte queste cose che io ti ho detto. Resteranno sempre vive, non possono morire.

Natuzza: Signore, fatemi morire. Sono inutile.

Gesù: Come puoi darmi un comando? Io te ne ho dato centinaia e non te ne dimentichi mai uno. Te le leggi la sera.

Natuzza: Io non so leggere.

Gesù: No, le leggi nel cuore. Le cose del Padre si leggono con il cuore.

Natuzza: Ho visto Gesù Crocifisso sopra la croce.

Gesù: Non ti addolorare, perché il dolore ti fa male.

Natuzza: Subito è diventato vestito di bianco.

Gesù: Ti piaccio meglio così? Non piangere. Io mi rattristo perché mi rinnovano la croce.

Natuzza: E come? Ve la possono rinnovare?

Gesù: Me la rinnovano con i peccati. Figlia tu soffri e io più di te, ma questa sofferenza ha portato tante anime belle a stare con noi ed ammirare la gloria. Vedi quanta gente è venuta? Tornano a casa pieni di gioia e di luce nel loro cuore. Sei contenta?

Natuzza: Certo che sono contenta.

Gesù: Quando vedi tutta questa gente sopporti anche le sofferenze. Se ce ne sono venti non convertite, le altre sono tutte convertite, ma non hanno la costanza di mantenere quello che promettono, perché sono troppo deboli. C’è chi è forte e mantiene il mio calore. Chi non è forte diventa un’altra volta tiepido.

Madonna: Vedi come crescono i Cenacoli? Ma ci vuole collaborazione. Se collaborano, la metà del mondo diventerà Cenacoli. Se la voce si espande in tutto il mondo diventerà così e allora sì che possiamo dire che un terzo dei peccati li possiamo riparare.

Gesù: Tu stai soffrendo per i denti 10 giorni, 15 giorni, io soffro sempre, ma i 40 giorni sono più amari e dolorosi. Tu mi vedi il dente rotto e piangi (n.d.r si tratta di un crocifisso in legno realizzato con un dente rotto). Il dente me l’hanno rotto il primo giorno, quando mi hanno preso. Da allora l’ho avuto sempre dolorante. Non solo questo, ma tutti i denti.

Natuzza: Signore, mi perdonate perché non trattengo le lacrime?

Gesù: Anche le lacrime si possono offrire, la disperazione no. Ogni dolore l’offri per un sofferente, per un convertito, per un’anima che va in Paradiso. Fai così e vedi che non senti dolore.

Natuzza: Avevo dolore ai molari: Caro mio Dio, potevate aspettare! II tempo che mi passa un dolore, ne arriva un altro.

Gesù: Accoppiate valgono di più, anche dell’aria che respiri. Il giovamento che dai a me è che mi porti qualche anima. Non mi dai niente? Mi dai pane?

Natuzza: Voi non mangiate! Altrimenti vi davo pure il pane.

Gesù: Questo è superiore al pane. Quando si raccoglie un’anima sola, questo supera (l’ha ripetuto due volte) il pane, l’olio, il sale, i dolci. Supera tutto. Figurati migliaia di anime. Tu soffri e me ne porti tante. Perché non mi rispondi?

Natuzza: Non so parlare con voi, mi confondete sempre ed io non ho il coraggio.

Gesù: E quando ti dico di dirmi “Basta”, perché non lo dici? Mi rispondi: “Come volete, sono qua”. Ti manca il coraggio?

Natuzza: Forse mi manca la forza.

Gesù: Perché hai soggezione? Quando una donna vuole bene al marito, per consolarlo una parola buona gliela dice. Per te la parola buona è questa: “Sono qua”. Che vuol dire?

Natuzza: Non lo so.

Gesù: Sei furba!

Natuzza: Non è che sono furba.

Gesù: Ti manca il coraggio.

Natuzza: Non il coraggio. Non voglio darvi un dispiacere.

Gesù: Quando dici: “Di me fai quello che vuoi”, perché lo dici? Per consolarmi o per farti bella?

Natuzza: Lo dico per consolarvi. Vi dico sempre: “Sono qua per voi”.

Gesù: Non per gli altri, solo per me? E quando la gente viene qui?

Natuzza: Sono pure per la gente, ma lo faccio con amore per farvi piacere.

Gesù: Questa volta ti è arrivato il senso.

Natuzza: Se voi non me ne avete messo né senso né giudizio, dico le parole così come mi vengono. Come le dico con la gente, le dico con voi.

Gesù: E certo, tu mi hai messo alla pari!

Natuzza: O Gesù, ma perché mi pigliate in giro e scherzate?

Gesù: Non è uno scherzo, è la verità, perché ti sei tanto abituata che tu mi metti alla pari degli altri.

Natuzza: Signore, non mi fate arrabbiare, perché siete stato voi che avete detto: “Sono uno di voi”. Non l’ho detto io. Io dico che siete grande, meraviglioso, bello e che più bello di voi non c’è nessuno. E dico che vi devono pregare, amare e non insultare. Se dico questo, lo dico perché voi non siete alla pari degli altri, siete superiore a tutti.

Gesù: No! Sono alla pari, perché non aspetto chi mi viene a cercare, vengo io a cercare voi.

Natuzza: Signore, vi voglio bene, sono innamorata e vorrei che tutti si innamorassero di voi come lo sono io.

Gesù: Non sei rimasta soddisfatta! Volevi una carezzina?

Natuzza: Non sono degna della carezzina, ma certo mi farebbe piacere.

Gesù: Toccandomi la testa E tu, tu! Ti sei abituata ad avere la mia carezzina da quando sei nata. Hai detto sempre che non hai avuto né mamma né padre, ma io ti ho fatto da mamma e da padre. Non ti basto? Restiamo cosi, solo con l’amore e la preghiera.

Colloquio Spirituale di Mamma Natuzza con Gesù e la Madonna

Madonna: La tua sofferenza è molto grande, perché è da una vita che soffri. Ma guarda quante anime hai portato a Dio. E il Signore è contento apposta, perché ha desiderio di anime e tu per consolarlo e per accontentarlo hai desiderio di sofferenza. Come ti alzi la mattina dici: “Chissà cosa mi aspetta oggi da offrire al mio Signore”. E quando non viene dici: “Oggi mi ha lasciato da sola”. Lui ti prende in parola.

Natuzza: Non la dico più?

Madonna: No, la devi dire, altrimenti dispiaci Gesù.

Natuzza: Mi faceva male la mano sinistra. Madonna: Questo è il primo chiodo che hanno messo a Gesù.

Natuzza: Gesù mio, se quelli della poltrona sono cattivi, lo sono pure io! Io non sono sulla poltrona?

Gesù: C’è poltrona e poltrona. La tua è poltrona dello spirito e della sofferenza, quella è del denaro, dell’orgoglio e della superbia. Non è la stessa cosa. La cosa più bella è quella dello spirito. Il denaro è un mezzo, non solo per vivere, ma anche per i vizi e per fare peccati. Tu ti

meravigli che vogliono la poltrona. Sono proprio desiderosi del potere, perché sono pieni di superbia e di orgoglio. Non pensano all’anima. L’anima per loro non esiste. Quando sono alla poltrona non pensano alla famiglia, manco se i figli o la moglie sono ammalati.

* * *

Natuzza: Signore mio, ti metto in mezzo alle caramelle. Perdonami, che posso fare di più? Se tu mi mandi la tosse sono costretta.

Gesù: Meglio in mezzo alle caramelle che sono dolci e non in mezzo ai sepolcri imbiancati. Meglio in un cuore che mi desidera, che è sincero, pentito e che mantiene il pentimento e non in quelli che appaiono santarellini.

* * *

Natuzza: Signore, che giornata ho passato a pensare quelle parole!

Gesù: Anche quella ti è servita. A te è servita, a me è stata utile.

Natuzza: Madonna mia, siete contenta quando parlo con Gesù? Chissà che cosa ha voluto dire Gesù? Voi lo capite che è vostro figlio.

Madonna: Il Maestro ti istruisce.

Natuzza: Ma perché non dite “mio figlio”?

Madonna: è mio figlio, ma io ho tanto rispetto e devozione perché è grande.

Natuzza: Chissà quante persone sono venute per curiosità.

Madonna: Te l’ho promesso quand’eri bambina, e le promesse io le mantengo sempre. Vedi tutta questa gente? C’è chi è venuto per curiosare, però la prima volta, la seconda un pò di meno, la terza sicuramente è convertito. Poi si sa che la carne è debole e pecca. Non ti devi meravigliare.

Natuzza: Madonna mia, da quando sono nata sino ad ora ne ho fatti peccati!

Madonna: Non tanti, ma le sofferenze sono raddoppiate. Vedi, tu soffri. Dici che Gesù ti fa soffrire, ma ha uno scopo per farti soffrire. Tu dici che non vali niente. Non vali per questa povera gente? Vale la sofferenza, perché attraverso la sofferenza tu attiri le anime e si convertono.

Gesù: Ti sei abbandonata totalmente a me? E allora devi stare con la mia fiducia, con la mia vicinanza, con il mio affetto. Come tu ce l’hai per me. Quando tu sei con me non ti dimentichi anche dei figli? Perché? L’amore verso Dio è più grande di quello verso i figli.

Natuzza: Ma io voglio bene ai figli.

Gesù: E non vuoi bene anche agli altri? Tu, quando vedi gli altri, li abbracci come se abbracciassi i tuoi figli, perché è l’amore che ti spinge, perché sei abbandonata a me. Cosa hai detto? Che di tutto ciò che appartiene a me ne fai uso, lo fai appartenere a te.

Natuzza: Come lo faccio l’uso?

Gesù: Pregando e parlando, soffrendo e offrendo.

Natuzza: Che vuol dire che uno si abbandona totalmente?

Gesù: Una che ha un figlio solo, tutto l’amore lo espande per il figlioletto suo. Tu non hai fatto questo. Abbandonandoti a me, tu hai fatto uso di tutto ciò che faccio io.

Natuzza: E come? Faccio miracoli?

Gesù: Non miracoli. Ma una parola di conforto per quell’anima che soffre. Fai uso delle mie parole. Come io dò sempre conforto a te, tu dai conforto agli altri. L’uso l’hai fatto pure prima, però non capivi cosa volesse dire. Tu avevi bisogno di affetto e dicevi: “Non ho né mamma né padre” e quando ti ho detto: “Io sono la mamma, io sono il padre, io sono tuo figlio, io sono tuo fratello” ti sei innamorata, ti sei affezionata. Senza di me ti senti di stare?

Natuzza: No, Gesù mio, io senza di voi forse mi sentirei nell’inferno. Un giorno che mi sembra di dimenticarvi, mi viene la malinconia, mi viene la tristezza.

Gesù: lo sono il figlio, allora ti senti triste perché non mi hai dato da mangiare?

Natuzza: No, Gesù mio. Mi sento triste perché non mi date voi da mangiare.

Gesù: Ecco, ti metto le parole in bocca, nel cuore. Pensi sempre la stessa cosa. Sono io che ogni tanto ti dico: “Distraiti un pò”. E tu pure distraendoti pensi sempre a me. E chi sei? Sei figlia, innamorata, sorella, sei tutto per me.

Natuzza: O Gesù, non mi confondete! Non so rispondere, perché sono una stupida, una ignorante, una cretina.

Gesù: Definisciti come vuoi, ma io ti sono sempre vicino. Non mi sono mai valutato per quello che sono, nemmeno tu.

Natuzza: Sono una pezza di piedi.

Gesù: Mi lustro le scarpe.

Madonna: Figlia soffri, però hai la gioia.

Natuzza: La gioia delle anime.

Madonna: Proprio questo. Vedi quante creature? La maggior parte di loro è convertita.

Natuzza: Forse vengono per svagarsi.

Madonna: No! Vengono con grande fiducia e per imparare. Qualcosa gli rimane. Così avviene la conversione: parlando, divertendosi lecitamente, perché anche Gesù è contento quando sono gioiosi e lo servono in letizia. I giovani anche se fanno errori, sbagli, fanno tante cose belle, sono buoni, non sono cattivi. Invece sono i grandi che li distraggono, perché non hanno né amore né pazienza, badano a loro stessi. Come una pianta se annaffiata cresce, così devono essere i giovani, assistiti. Una parola oggi, due domani, tre dopodomani. Se all’albero non dai l’acqua, secca. Così seccano i giovani, prendono cattive strade, prendono cattivi esempi. Devi essere contenta. Vedi, nella tua vita dici che sei stata distratta e che sei stata una porcheria. Non è vero. Se non c’eri tu questa gente veniva? Vengono incuriositi per vedere te, però nel cuore rimangono tante cose. La prima volta verranno curiosi, la seconda ti sorride il cuore, la terza convertiti. E tu sei felice come sono felice io.

Madonna: Tu hai chiesto al Signore di soffrire la notte. Perché non gli dici di darti un pò di riposo?

Natuzza: Forse questo è fanatismo?

Madonna: No, non è fanatismo. Tu chiedi di soffrire di notte: primo per avere la forza di confortare la gente, secondo perché non vuoi apparire che sei un’anima vittima, terzo perché non sei mistica. Questa non è superbia, è umiltà. Ma non l’hai scelta tu l’umiltà, perché il giudizio e l’umiltà te l’hanno dato Dio. Non puoi dire: “Ho fatto questo”. Tu non lo dici, ma manco lo puoi dire. Ad otto, a dieci anni, come potevi decidere della tua vita? Ha deciso Dio quand’eri nel grembo di tua madre quello che dovevi fare per tutta la tua vita. C’è chi dice di voler essere anima vittima, c’è chi la sceglie Dio. Quella che pensa di esserlo, non è mai vittima perché non ha né la forza né l’amore, ma quando la sceglie Dio viene completata con amore, umiltà, carità, bontà di animo ed è capace di distribuire l’amore.

Natuzza: Madonna mia, sembro una pazza, perché tratto male le persone.

Madonna: No, anche Gesù nel tempio e pure con gli apostoli si inquietava, per dare lezione, per dare esempio.

Natuzza: Ma per me non è un esempio bello.

Gesù: Sei pure fanatica se pensi questo! La gente dice che non sei quella Natuzza che pensano.

Natuzza: Non lo so.

Gesù: E che sei furba? Lo so perché lo dici, perché vuoi essere migliore. Ma il corpo ogni tanto si deve difendere, non può restare sempre morto, passivo. Deve anche reagire, se no il sangue non funziona. Già non ti funziona così, immagina a stare muta.

Natuzza: Signore, ma voi mi prendete in giro. Mi lascio pigliare in giro perché ho promesso l’obbedienza, ma se no…

Gesù: Me ne rispondevi quattro?!

Natuzza: No, non mi dite così che mi addolorate il cuore. Non ve ne dicevo quattro, ma qualche parola ve la dicevo certo, solo che ho soggezione.

Gesù: Di me che ti ho cresciuta? Ma non dire queste scemenze! (Toccandomi i capelli) E che vuoi di più?

Natuzza: Non toccatemi i capelli.

Gesù: Tu hai ragione quando parli. Certe volte ti arriva il giudizio, ti tocco i capelli, ma tu vuoi toccata la testa dentro. Non ti ho toccato solo i capelli, ti ho toccato sempre la testa, il cuore, la mente. Ti ho fatta come ho voluto io.

Natuzza: E pare che mi avete fatta voi? Mia madre mi ha fatta. Mia madre forse era cattiva ed io sono cresciuta cattiva.

Gesù: Non è vero, non era cattiva. Tua madre è in paradiso, ha scontato le sue pene. Cosa vuoi? Non è cattiveria. E tu sei cattiva? Hai ammazzato qualcuno?

Natuzza: Questo no, ma dico un mondo di fesserie, dico tante cose che non dovrei dire.

Gesù: E quando sai che non le dovresti dire, perché le dici?

Natuzza: O Gesù, ma voi mi prendete in giro per davvero.

Gesù: Cosa vuoi? Una carezza, un bacio? Cosa vuoi? Dillo.

Natuzza: Voglio voluta bene.

Gesù: E meglio di così! Sai perché ti faccio soffrire?

Natuzza: No, Gesù, io non capisco mai niente. Perché voi mi avete fatto stupida e cretina e non posso capire manco le parole che mi dite.

Gesù: Potrei parlare come uno scienziato, ma tu hai ragione io devo parlare con parole povere per essere compreso da tutti e confondere i potenti.

Natuzza: Ma no, Padre mio, adesso mi turbate.

Gesù: Perché ti restano gli scrupoli? Dici che vuoi voluta bene! Non ti voglio bene? Che ti devo dare un bacio, una carezza? Te ne do tante carezze, solo che ogni carezza la paghi.

Natuzza: Io non pago mai con soldi, perché non ne ho.

Gesù: Tu paghi con il corpo. Per pagare non ci vogliono soldi, ci vogliono offerte.

Natuzza: E se non ne ho, come la faccio l’offerta?

Gesù: Tu fai l’offerta del cuore, dell’anima, sei disponibile per gli altri. Questa è offerta. L’offerta del cuore per tante anime.

Natuzza: E quante anime, pare che le posso contare?

Gesù: Non riesci a contarle?

Natuzza: Allora sono cretina davvero. O Gesù mio, che vita complicata che mi avete fatto! Mi avete scelta, come dite voi, nel ventre di mia madre e come le avete pensate tutte queste cose?

Gesù: Perché, forse non ero capace di portarti avanti? E come quando uno fabbrica il palazzo, se si mette il costruttore piano piano lo finisce.

Natuzza: Allora mi avete paragonata ad una casa. Vedete che non valgo niente? Se sono come un palazzo che valgo? Sono una schifezza.

Gesù: No, io ti voglio fare capire che ti ho scelta nel grembo di tua madre per i miei disegni.

Natuzza: E quali sono i disegni vostri?

Gesù: Di portarmi le anime, perché io non voglio perdere nessuno. Io mi sono immolato sulla croce per salvare il mondo, per salvare tutte le anime e non ne voglio perdere una. Tu stessa dici che vuoi 100 anni di purgatorio per salvarle tutte. Ed io ti ho dato una vita complicata non volutamente per farti soffrire, ma è il mondo che ti fa soffrire. Come tutti gli uomini della terra chiedono un conforto all’amico o all’amica, così mi sono appoggiato a te per un aiuto, per un conforto. Ti ho scelta come amica mia, come un’amica forte, un’amica che non è capace di dire di no, un’amica che dice sempre di sì. E se un giorno non vengo a visitarti con il sorriso, tu stai male, perché ti vengono i sensi di colpa.

Natuzza: Ma voi sorridete sempre.

Gesù: No, perché ogni volta hai una grande sofferenza e quella sofferenza a te costa, ma a me giova perché qualche anima si salva. Ecco cosa voglio, ecco perché ti ho scelta.

Natuzza: E nella pancia di mia madre potevate vedere se ero forte? Ce n’è gente forte, che pesa un quintale, la più forte ero io?

Gesù: Io ti ho fatta forte, per resistere, perché già nel ventre di tua madre tu eri prescelta per la sofferenza. Ti ho creata forte, ti ho voluta così e ti ho cresciuta così. Se non fossi forte non ti veniva il desiderio di dire: “Gesù oggi mi hai lasciata sola”. E cos’è questo? Un desiderio di Gesù o un desiderio di sofferenza? Dici la verità: l’uno e l’altro.

Natuzza: Sì, questo è vero. Signore, io cerco la sofferenza per amore degli altri, ma la verità è un’altra.

Gesù: Sì, lo so qual è la verità: quando una vuole vedere l’innamorato gira tutte le strade per incontrarlo e tu cerchi la sofferenza per salvare un’anima, due, dieci o mille e per incontrare me.

Natuzza: Perché mi piacete.

Gesù: E perché ti piaccio? Ti può piacere un’altra cosa, un dolce per mangiarlo, per saziarti?

Natuzza: No, non mi sazio con un dolce.

Gesù: E perché non sei golosa!

Natuzza: No.

Gesù: Sei golosa di me.

Natuzza: Certo. Sono golosa di voi perché mi sono innamorata.

Gesù: Non da piccola perché non potevi capire che cos’è l’amore, crescendo sì.

Natuzza: Guardate, anche io m’innamoro della gente.

Gesù: Quella è un’abitudine. L’amore si espande in amore, ma deve essere amore, l’amore del cuore, non l’amore fisico, l’amore spirituale.

Natuzza: Una mattina ero sconsolata, seduta sulla poltrona e pregavo. Pensavo: “Mi fa impressione questo dente rotto di Gesù”. (n.d.r. Si tratta di un crocifisso in legno scolpito con un dente rotto)

Gesù: E perché, non mi hai mai visto così? L’ho avuto rotto, ma non ce l’ho rotto. è come quelli che muoiono, e poi risorgono. Come tornano? Bellissimi. O figlia degli occhi miei e dell’amore mio! Perché pensi queste sciocchezze? Puoi pensare altre cose che sono utili, non queste cose. Ti faccio impressione? Non guardare la croce. Pensami bello per come sono. Figlia dell’anima mia, tu pensi troppo. Distraiti un pò se non vuoi andare al manicomio.

Natuzza: Ho pensato: “Guarda come mi parla sto Gesù”.

Gesù: Ti meravigli perché ti parlo così. Ti ho cresciuta, ti ho parlato sempre così. Tu quando parli con un’amica o con un amico, ti affezioni. E così ti sei affezionata a me? Rispondimi. Ti pare che è un’altra cosa? Questo è amore di fuoco.

Natuzza: E io pare che accendo il fuoco?

Gesù: Ti voglio dire un’altra cosa. è un altro amore, amore di Cristo (con forza), è un amore vivo. Il fuoco lo spegni, ma l’amore mio non si spegne mai.

Natuzza: O Gesù non vi inquietate, perché mi fate diventare piccola.

Gesù: Tu sei sempre piccola!

Natuzza: Che volete dire che non ho il `sentimento’ a posto? Fatemi portare al manicomio, così forse mi curano.

Gesù: Non ti puoi curare. Se non metto la mia mano, tu non ti curi.

Natuzza: E mettetemela adesso perché mi voglio curare.

Gesù: Cosa hai capito? Lo vedi che sei ignorante?

Natuzza: Ho capito che sono ammalata e mi devo curare.

Gesù: Sei ammalata e pazza d’amore. Non vedi nessuno. Vedi solo me. Tu vedi una fotografia? Quando mettono la macchina fotografica esci tu, esce quello, esce quell’altro e così hai fatto tu. Mi hai stampato dentro.

Natuzza: Io non sono una macchina fotografica. Non lo potevo fare questo. Voi pure mi calunniate, dicendomi queste cose. Questa notte non dormo.

Gesù: Non dormi mai. L’hai chiesto tu perché vuoi pensare. Pensa anche questo. Non è che mi hai stampato tu, sono io che mi sono stampato in te. Tu non lo potevi fare, solo io faccio queste cose.

Natuzza: Sono caduta a terra dall’emozione e mi sono messa a piangere.

Gesù: Adesso fai come i piccoli! Piangi? Non sono morto, sono vivo. In ogni cuore ci sono. Io mi divido in tutte le creature e nel mio cuore c’è posto per tutti, per chi ci vuole stare. Chi non ci vuole stare, non lo posso trattenere a forza, deve avere la volontà di stare nel mio cuore.

Natuzza: Avete un cuore tanto grande.

Gesù: Sì, per tutto il mondo. I medici dicono che hai il cuore grande, grosso, ammalato, però la gente entra lo stesso. Il mio non è ammalato: è grande e gioioso. Il mio cuore è ammalato, addolorato, quando mi fanno soffrire, perché non voglio che nessuna esca dal mio cuore.

Natuzza: Avete scelto una rognosa, uno straccio, una fetente. Perdonatemi, Signore, se parlo così. Vi offendete?

Gesù: Io non mi offendo mai, perché ho un cuore grande. C’è posto per tutti, anche per gli stracci, come li chiami tu. Io con gli stracci mi strofino le scarpe e vado d’accordo.

Natuzza: Madonna mia, per la chiesa… (mentre parlavo con la Madonna è apparso Gesù).

Gesù: Maria te l’ha promesso, qua verranno meraviglie”.

Colloquio Spirituale di Mamma Natuzza con Gesù

Gesù: è una carezzina. Ti piace la mia carezza?

Natuzza: Qualunque cosa.

Gesù: Ma non ti arrendi?

Natuzza: No. Quello che dite voi è legge.

Gesù: Legge? Io non detto leggi. Io distribuisco l’amore per chi lo vuole. Tu lo vuoi l’amore mio o no?

Natuzza: Sì.

Gesù: E allora devi accettare.

Natuzza: Gesù, ma me ne volete bene?

Gesù: Come ti è venuto questo dubbio? Se uno sceglie una persona la deve amare per sempre. Io ti ho scelta e ti amo pazzamente. Te l’ho detto sempre. Mi poni sempre la stessa domanda? Quando è amore è amore. Questo è un amore santo, che non può finire, non può morire, deve vivere per sempre. Vi amo tutti, ma chi è pronto, chi mi viene incontro, chi sorride e chi non si lamenta l’amo ancora di più. Metti le mie parole in dubbio?

Natuzza: No, Signore, perdonatemi, ma io tante volte vado in escandescenza, mi litigo perché non so parlare o perché sono inquieta per la sofferenza.

Gesù: Figlia, ma tu non mi insulti. Invochi aiuto e insegni alle persone che cos’è l’amore. Tutta la vita hai dispensato l’amore. Ecco perché ti amo, perché non ti sei mai rifiutata a dare l’amore a chi ne ha bisogno. Tu sei stata sempre disponibile come una figlia.

Natuzza: Gesù, io l’ho avuto sempre perché mi avete cresciuta.

Gesù: Ti ho fatto da madre, da padre e ti ho fatto dispensare l’amore a chi non ne ha. Quante persone hai fatto che s’innamorassero di me, non pazzamente, ma un minimo. Io non voglio tutto, ma una millesima parte d’amore. Figlia, tu è una vita che dai amore, conforto a quelli che soffrono. Come non ti posso amare se amo i grandi peccatori e peccatrici che mi insultano dalla mattina alla sera per ogni minima cosa? Io li amo, ma non li posso amare come amo te, perché tu ti sei totalmente immolata per me, come io mi sono immolato sulla croce per i peccati del mondo. E tu ti sei affidata a me pure per il mondo. Come dici sempre? “Tutto ciò che appartiene a me appartiene anche a te”. è la verità. Le cose mie le fai cose tue, le cose degli ammalati te le carichi. Ognuno viene a svuotare il suo fardello e tu non dici mai una contrarietà, sempre parole di incoraggiamento, preghiere. Vedi cosa fai quando sei sveglia la notte? Ti viene il cinema davanti agli occhi.

Natuzza: E che cos’è questo cinema, Signore? Spiegatemi.

Gesù: Tutte le sofferenze degli altri tu ce l’hai negli occhi, nella mente e nel cuore e ti fai carico di tutti.

Gesù: (Mi ha impugnato). Ti faccio una carezza. Le mie carezze sono dure come la mia volontà.

Natuzza: Signore anche se mi tagliate a pezzi con un coltello, vedendo il vostro sorriso e questi occhi belli non sento dolore. Sono sicura che quando voi mi fate la carezzina, dolori in quel momento non ne sento, perché ho la gioia nel cuore.

Gesù: Non è facile quando tu ti innamori di una persona cacciarti l’amore.

Natuzza: Mi sono innamorata mai di una persona?

Gesù: Di me sì. Ti posso togliere l’amore? No! Perché l’amore che ti do non lo tieni solo per te, ma lo distribuisci come ho voluto sempre e voglio. Chi si innamora di me, per darmi conferma, deve distribuire l’amore che gli do. E se non è possibile tutto, almeno il minimo. Consolati, perché io sono il consolatore di tutti. Come ti ho detto sempre? Occupati della tua famiglia, di tutto e di tutti. E tu lo hai fatto. Ed io mi occupo di tutti, ma qualcuno c’è sempre nel cuore che è speciale.

Natuzza: E ditemi chi è?

Gesù: Magari per te sono i figli.

Natuzza: Non è vero, non è vero. Prima voi e poi i figli.

Gesù: Io sono il padre, io sono il figlio, io sono il compagno di viaggio e per forza devi essere innamorata, ma i figli li hai fatti e li hai cresciuti tu.

Natuzza: Non è vero. Io li ho fatti e voi me li avete cresciuti. Come li ho cresciuti io?

Gesù: Con il mio aiuto.

Natuzza: Vi ho detto sempre Gesù: “Se io mi sposo, come faccio a servire voi e badare ai miei figli!’.

Gesù: Che cosa ti ho risposto? Che per i figli tuoi ci penso io. Ci ho pensato. Gli è mancato qualcosa? Non gli è mancato mai niente. Né l’affetto, né l’amore, né il pane.

Natuzza: Gesù se non fosse per voi sarei morta.

Gesù: Certo! Che ti volevo morta, ti voglio viva! Se non eri viva non ti potevi distribuire a tutti. Tu ti distribuisci agli ammalati, ai pazzi, ai moribondi, pure a quelli che stanno in purgatorio. Ogni angolo un pezzo. Però dimmi la verità, sei pentita che mi hai dato tanto ascolto? Guarda, nessuno ha saputo fabbricare palazzi, biciclette, motociclette, macchine. Tu invece li sai fare.

Natuzza: Signore, non mi pigliate in giro. E quali?

Gesù: Quando costruisci una famiglia che non ha pace. Con le parole che ti metto in bocca, ti guardano a bocca aperta, si convertono. Quello che cos’è? Un appartamento.

Gesù: Distraiti.

Natuzza: Gesù, e che vado a ballare per distrarmi?

Gesù: No, non è necessario andare a ballare, pensa ad altre cose. E allora un po’ il cervello si riposa. Se no l’amore distrugge anche l’amore.

Natuzza: Se si è innamorati di un uomo, si distrugge l’amore. Ma innamorata di voi non si può distruggere perché voi mi aiutate.

Gesù: Mi piace come lo dici, ma sai perché? Non solo perché sei innamorata di me, ma perché l’amore lo distribuisci. Senza l’amore distribuito non vale a niente innamorarsi. Se tu ti tenevi l’amore per te io ero lo stesso. Così sono felice.

Gesù: Io vi apro il cuore e voi lo chiudete, perché non vi piace, perché non vi conviene: siete sepolcri imbiancati. La mia amicizia non vi piace perché pone condizioni. II mio cuore è sempre aperto per tutti. Se voi volete entrare, io lo tengo aperto, senza che bussiate. Ma siete voi che non volete entrare. Io vi cerco e voi non rispondete. Perché? Non mi volete, non vi piace il mio discorso, perché è duro.

Natuzza: Gesù, ma ne ne volete bene o no?

Gesù: Quante volte me lo ripeti! Se non te ne volevo non ero qua. Ti ho detto sempre che io ti amo pazzamente.

Natuzza: Ma io non vi corrispondo a quello che voi volete.

Gesù: Non pretendo di più. Hai costruito palazzi e mi posso dispiacere? No. Quando uno viene a mancare all’appuntamento e a non ubbidire a quello che dico mi dispiace, certo, ma tu all’appuntamento ci sei sempre. Hai un difetto, che poi ripeti le stesse cose, perché ti prende lo scrupolo. Lo scrupolo deve venire a chi non va all’appuntamento, perché non conosce il maestro. Come il bambino che va a scuola. Dice: “Oggi non vado, domani non vado”. Il maestro non lo capisce e non lo conosce. Ma chi va tutti i giorni a scuola è volenteroso. Tu sei disponibile.

Natuzza: La battaglia di questa notte non la sopporto.

Gesù: La colpa è tua, perché tu hai detto che vuoi soffrire la notte. Devi sopportare anche quel “brutto”. Non ti arrendere.

Natuzza: No, non mi arrendo.

Gesù: Ti litighi pure?

Natuzza: Sì, mi litigo.

Gesù: Cosa gli dici?

Natuzza: Parolacce.

Gesù: Eh, birbante, parolacce non se ne dicono.

Natuzza: E sì, perché io voglio fare veramente la vostra volontà.

Gesù: Sino adesso l’hai fatta, nella vecchiaia pensi di non farla?

Natuzza: No, però se un altro mi insulta io non voglio corrispondere a “lui”, ma a quello che voi volete.

Madonna: Non le dici più le Ave Maria?

Natuzza: Mi sono stancata. Dico il rosario spezzettato.

Madonna: Anche quello accompagnato con le opere buone è rosario. Ne dici tante Ave Maria con la gente e fai la catechesi!

Gesù: Le mie carezze sono doloranti come sono doloranti i peccati del mondo! Però approfitto della sofferenza per conquistare non una sola anima, ma dieci, otto, sette, quante ne vuole Dio.

Natuzza: E voi non siete Dio?

Gesù: Sì, sì. Io dico così perché dovete imparare da me a dire: “Questo vuole Dio e questo io devo accettare”.

Natuzza: E Gesù mi teneva dal braccio e mi ha fatto una carezza sulla fronte. Ed ecco che si è presentato un bel giovane, il demonio.

Demonio: Che bella carezza ti ha fatto! Come ti piacciono!

Natuzza: Disgraziato, ancora mi insulti? Io non voglio essere insultata né dagli uomini, né dai diavoli. Gli uomini santi mi piacciono, gli uomini schifosi no! Sei uno schifoso, vattene!

Demonio: E prenditi le carezze del tuo amore!

Natuzza: Io sono innamorata di lui e non mi posso innamorare di un altro o di te o di me stessa. Perché io sono una schifezza per capriccio, ma tu sei il diavolo tentatore. Mi ha detto una parolaccia.

Demonio: Che cosa vuole Gesù? Ti puoi battere il petto, tanto te lo impedisco.

Natuzza: Fatti i fatti tuoi, perché tu non c’entri niente né con chiesa, né con messa, né con niente. L’ho mandato a quel paese.

Dopo un poco appare Gesù.

Gesù: Non ascoltarlo. Se tu lo ascolti stai più male. Vedi come stai bene con me? Ti sorrido, ti guardo negli occhi e mi escono le lacrime. Perché? Mi dispiace farti soffrire.

Natuzza: No, io non soffro quando ci siete voi, perché sono innamorata della vostra bellezza.

Gesù: Non delle parole?

Natuzza: Pure delle parole, ma di più della bellezza. Solo mi dispiace che piangete. Non vorrei che piangeste per me, che vi faccio del male con i miei peccati.

Gesù: Figlia, mi fa male il mondo, perché ce l’ho sempre addosso. Ed io li benedico e prego per loro.

Natuzza: Ma perché non le convertite?

Gesù: Io mi servo di mezzi umili per fare bene agli uomini. Figlia mia, tu sei uno strumento cieco nelle mie mani, ti posso manipolare come voglio, non te la prendi.

Natuzza: Perché non sono sensibile?

Gesù: Sei sensibile all’amore, non solo all’amore mio, ma anche all’amore degli altri. Tu non vai in cerca di gioie, ma solo della mia gioia e della sofferenza per convertire.

Natuzza: Gesù mio, la sofferenza chi la fa a me? Voi che mi stringete la mano. Perdonatemi Gesù.

Gesù: E che ti devo perdonare? Veramente la colpa è mia, ma non me le posso caricare tutte. Tu mi sostieni. lo me le prendo sulla croce e tu in terra. Sei un pezzo del mio cuore.

Natuzza: Ah, non di tutto? E allora non me ne volete bene?

Gesù: Te l’ho detto ieri che ti amo pazzamente per quanto tu mi ami. E tu mi hai amato sempre, da quando eri nel ventre di tua madre.

Natuzza: Allora che capivo?

Gesù: Ma io ti ho fatta proprio apposta; non solo per me, ma per tutto il mondo, per tutti quelli che ti cercano.

Natuzza: Gesù mi ha presa dal braccio.

Gesù: Figlia, ti ho fatto male? Offri questa sofferenza per i giovani, che mi fanno tanta pena. Si fanno giocare dai potenti, che gli promettono il posto. Quelli vogliono la sedia, non vogliono aiutare il prossimo. Promettono mille cose e poi non ne fanno una. Queste creature sono sull’orlo del precipizio, mediante il lavoro che non hanno. I potenti gli promettono, però non lo fanno, perché non hanno cuore, badano a se stessi, alle cose della loro famiglia e alla grandezza di apparire: “Io sono bravo, io ho rispetto. Mi hanno eletto perché sono una persona perbene”. Invece non è vero, è solo orgoglio e superbia. C’è gente che a queste creature, creduloni, danno la droga per vendergliela, per spacciarla e si rovinano loro, acquistano il vizio e rovinano gli altri. Non capiscono i giovani di oggi, perché sono troppo innocenti, ma viziati dai discorsi di quelli che si sentono grandi. Allora dico ai potenti: “Voi mirate alla poltrona e se viene un bimbo ammalato, non è una disperazione? E se viene un brutto male, alla poltrona vi sedete? Vi sedete per un giorno, per un mese, per un anno e poi non vi sedete più, perché vi dovete prendere la sofferenza. Non la sapete offrire e poi avrete quella del purgatorio.

Figlia mia, offri la sofferenza di questa notte e di questa mattina. Lo so che ti strapazzo, che mi sono appoggiato totalmente, per intero, non con un dito, non con una mano, non con un spalla, ma tutto il mio peso l’ho appoggiato su di te. Ho il peso di tutto il mondo e tu ti sei associata con tutta la volontà, senza lamentarti. Anche in queste condizioni tu non fai capire a nessuno quello che soffri. Perché? Per amore, non per altro.

Natuzza: Sì, Gesù, perché io vi voglio troppo bene e non voglio che soffriate.

Gesù: No, io soffro perché ti faccio soffrire, ma ho bisogno di questa sofferenza, perché è un sostegno per convertire le anime.

Natuzza: Ma voi le potete convertire anche senza di me. Che vi servo?

Gesù: Figlia, sì è vero quello che dici, però mi appoggio. Ho lasciato la tua volontà libera. Non mi creo una colpa per questo, perché questo purifica tante anime.

Il diavolo dopo un minuto che Gesù se ne è andato ha detto:

Demonio: Vedi come ti aggiusta? Vedi come sei incantata? Ti piacciono le magagne, non le parole che ti dico. Io ti faccio felice, ti costruisco tutto quello che vuoi… Lui ti ha detto che qua sorgeranno meraviglie, invece non sorgeranno mai se tu sei con lui. Dove li prendi i soldi?

Per fare le cose belle che ti dice il tuo padrone, il tuo Signore, ti devi mettere con me. Tra cinque, sei anni è tutto pronto. Non lo vedi se stai con lui. Te li puoi cavare gli occhi. Se non ti chiude gli occhi lui, te li chiudo io prima di lui.

Natuzza: Col forcone o con le dita?

Gesù: lo voglio bene a tutti, ma a chi distribuisce l’amore gli voglio più bene. Questa è la predica che devi fare: l’amore si distribuisce. Come piace a mia Madre quando fai le carezzine ai bambini e gli dici una parolina! A loro resta sempre impressa quella parolina e la raccontano agli altri, dicono: “Natuzza, mi ha detto questo”.

Natuzza: Ma io ai bambini che gli dico? Quando mi baciano, dico nell’orecchio: “Non fate arrabbiare la mamma”, “Fai i compiti”, “Non bestemmiare”, “Dici la preghiera la sera”, “Ubbidite a vostro padre e a vostra mamma”. E poi lo raccontano agli altri bambini.

Gesù: Mi piace. Piace anche alla Madonna questo. Vedi quanti bambini non vedono l’ora di incontrarti? Perché seguono la loro mamma, perché in famiglia si parla di te. I bambini ascoltano come ascoltano le bestemmie. Meglio ascoltare parole buone e non bestemmie, perché i bambini sono creature e gli rimangono impresse le cose fino a quando sono grandi. Non eri più contenta quando venivano tutti quei bambini e gli davi la caramellina? Così io do le caramelline a te.

Natuzza: Non me ne avete date mai caramelle. Non ne ho mangiate caramelle. Se me ne davate una mi benedicevate.

Gesù: E perché, non sei benedetta? Ti dico: “Ti amo pazzamente. Ti voglio bene. Ti sto vicino. Sono padre e mamma”. E ti lamenti? Ho mancato qualche volta?

Natuzza: No, Gesù mio, io manco con voi.

Gesù: E cosa mi hai fatto? Qualche piaga? Ne ho tante piaghe che il mondo mi fa. Le tue sono carezze. Da te ho un sorriso, dal mondo ho piaghe e bestemmie. lI ti faccio le piaghe per amore, perché voglio conquistare anime. Io ne ho parafulmini, ma il più grande parafulmine sei tu, perché non ti vuoi arrendere.

Natuzza: E come mi arrendo se vi vedo così? Ecco perché voglio venirmene dall’altra parte, per vedervi sempre e stare accanto a voi.

Gesù: E che cosa fai là, fai qualche cosa? Sino a che puoi fai qua, poi di là. Che ti pare che sei una nobildonna?

Natuzza: No, Gesù mio, io ho detto sempre che sono un verme di terra.

Gesù: Tu sei un verme di terra come dici, ma sei uno strumento cieco nelle mie mani e ti domino come voglio, perché in te ho trovato il terreno fertile. Tu stai all’obbedienza come una gallinella. Le galline che fanno? Volano di là, svolazzano di qua, non parlano, ogni tanto cantano.

Natuzza: E io gallina sono? Non sono una gallina, sono una persona.

Gesù: Però pure tu svolazzi di qua e di là.

Natuzza: E che faccio cose storte?

Gesù: Non cose storte, tutte diritte in grazia mia. Io ti ho fatto apposta. Perché ti facevo? Per gli uomini, per le donne, per i bambini e per me. Per tutti ti ho fatta. Non ti ho fatta solo per te. E che dovevi fare per te sola? Vestirti, ‘spaparanzarti’? No. Solo per essere a contatto con tutti. Cosa mi hai promesso? “Tutto ciò che appartiene a voi Signore appartiene a me”. E come l’hai detto, con la bocca o con il cuore?

Natuzza: No, io l’ho detto con tutto il cuore.

Gesù: Ma è vero questo?

Natuzza: Sì, che è vero. Quello che appartiene a voi appartiene a me.

Gesù: Ti portano lo stipendio?

Natuzza: Non mi portano lo stipendio, fanno felice voi e se vi vedo felice lo sono pure io. Quando vi scendono le lacrime… vorrei che deste un colpo a me in testa.

Gesù: Mi scendono le lacrime tante volte per gioia, tante volte per dolore, perché i peccati degli uomini mi pesano e mi fanno tanto soffrire. Non solo fanno soffrire me, soffri anche tu per me.

Natuzza: Soffro per davvero.

Gesù: Sì, lo so che soffri. è la verità. Ma quella sofferenza che a te costa, a me dà gioia perché mi raccoglie le anime, a te dà soddisfazione per la loro conversione.

Natuzza: O Signore mio, quanto poco ti amiamo! Cosa devo dire a chi perde una persona cara e a chi è carcerato? Non mi escono le parole.

Gesù: Le parole te le ho messe sempre in bocca e come sai parli. Non ci vuole scienza per parlare, dici: “Signore, datemi la forza”. Tu hai imparato una tiritera.

Natuzza: Che cos’è questa tiritera? Ditemi, spiegatemi, non lo faccio più.

Gesù: No, è una parola buona.

Natuzza: Meno male allora che è buona. Non mi fate stare in pena, ditemela presto.

Gesù: Quando dici ad una persona: «La sera prima di andare a letto mettiti davanti ad un quadro o ad un crocifisso e nella mente dici: “Signore, accettami come sono. Perdona le mie colpe, tutti i miei peccati e ti prometto che non li faccio più”. Se poi cadi, ti riprendi, ti rialzi e torni. Ogni sera questa tiritera, finché il Signore si commuove e ti perdona». Fagliela, che è una tiritera buona.

Natuzza: E io non so fare lezione. Pare che io sono andata a scuola? Quelli che sono professori e professoresse sanno fare scuola ad una persona. Dico quello che mi esce dalla bocca.

Gesù: Basta che non sono bestemmie quello che esce dalla bocca è buono.

Gesù: Ti faccio riposare perché i giorni più duri vengono dopo.

Natuzza: Che mi deve venire, la paralisi? Non la sento. Basta che vedo voi, io qualsiasi cosa la sopporto.

Gesù: Certo che la sopporti, basta che mi guardi negli occhi. Io ti ho messo accanto a me per sostenermi, per aiutarmi, come quelle mamme che hanno bisogno di conforto. Io non è che ho bisogno di conforto, ma voglio pure la consolazione delle anime. Non sentono, non ascoltano. Uno deve parlare sempre per convincere le persone nelle cose buone, non come i potenti che consigliano le creature nelle cose cattive, promettendo cose. Io in quello che prometto non manco mai. Non ho mai mancato nelle mie promesse, come fa la Madonna. State certi, non ti scoraggiare. Tu ti scoraggi pure per le cose che devono avvenire. Quello che deve avvenire avviene, come la morte. Non perdete tempo. Accontentate pure la Madonna, perché io l’ho accontentata e le ho concesso quello che mi ha chiesto. Così quello che tu mi dici è vero, perché sei di carne e ti scoraggi, ma non ti devi scoraggiare.

Natuzza: Gesù mio, voi lo sapete perché mi scoraggio, non per me, ogni tanto mi viene lo scrupolo che tutta questa confusione l’ho creata io.

Gesù: Non l’hai creata tu, te l’ha chiesto la Madonna e tu hai fatto la messaggera, hai eseguito gli ordini. Poi sono loro che devono ubbidire, se vogliono. Se non vogliono, sono responsabili loro. Chi non accetta non è responsabile, ma chi accetta sì.

Gesù: Tu hai detto: “Signore, fammi soffrire la notte”. Il giorno ti prendi il fardello della gente, la notte ti godi il cinema.

Natuzza: E pare che metto il lenzuolo per il cinema?

Gesù: Lo metto io. Perché tu ti penetri negli altri. Il giorno non hai tempo. La notte ti leggi il diario.

Natuzza: Che cos’è il diario?

Gesù: Tutte le cose del giorno. Dormi e riposati se vuoi. Non rimiscitare.

Natuzza: Se mi addormento, come vi voglio bene?

Gesù: Mi vuoi lo stesso bene nel pensiero.

Natuzza: Ma me ne volete bene?

Gesù: E come non te ne voglio bene! Apposta che ti mando queste sofferenze? Tu le cerchi se non te le mando! Dici: “Signore, che ti offro oggi?”. Ed io accetto la sfida.

Natuzza: No, voi dite che quello che appartiene a voi, appartiene a me. Io l’ho detto sempre: quello che appartiene a voi fa parte di me. Me l’avete chiesto quando ero piccola, non capivo ed io ho accettato.

Gesù: E che credevi, che ti davo un regno? Che ti davo solo fiori? Ti ho dato fiori, cioccolatini, poi ci sono le aggiunte. C’è una festa senza che ci sia un’amarezza? C’è la festa e l’amarezza. C’è chi piange, chi sorride, chi offre, chi impreca. A me dispiace di quelli che imprecano, perché mi insultano, ma non sono io che creo il male, io ho creato il bene non solo per il corpo, ma anche per lo spirito e tante volte mi servo del corpo perché ne ho bisogno per lo spirito.

Natuzza: Voi siete Dio, siete Signore, siete Gesù, siete tutto e non dovreste soffrire.

Gesù: Sì, che soffro. E se non soffrivo come ti dicevo: “Mi appoggio”?

Natuzza: E come parlo parlo, Signore mio, sbaglio sempre?

Gesù: Sbagli sempre. Non sbagli solo quando dici: “Concentratevi e dite: Signore, accettami come sono. E se faccio bene faccio per te, se faccio male lo sai che ti fa dolore, ma tu mi devi perdonare lo stesso”. La carne è debole, il sangue bolle, la bocca parla, ma io perdono lo stesso.

Ce l’ho con gli uomini grandi che corrompono i piccoli. Non li ascoltate, fanno i loro interessi per sedersi sulla poltrona. Figli miei vi rovinano! Non ascoltate quello che vi dicono, sono nella bugia, agiscono per conto loro. Padri di famiglia oggi vogliono la sedia, quando hanno una disgrazia se la prendono con me. Non sanno che sono loro stessi. Quello che fanno agli altri ricade su di loro.

Do un dono a tutti, ma bisogna saperlo utilizzare. Che serve l’intelligenza a quelli che vogliono andare alla poltrona se poi perdono l’anima?

Gesù: Figlia dell’anima mia!

Natuzza: O Gesù, un’altra volta siete tornato?

Gesù: Ah, non volevi?

Natuzza: Non che non volevo, sono contenta che siete venuto.

Gesù: Io vengo per farti riposare un pò, perché sei distrutta. Gli strumenti che mi scelgo non li voglio rotti, ma li voglio sani. Tu ti offri per amore, ma non ce la fai più.

Natuzza: Ah, ve ne siete accorto che non ce la faccio? Ma io ce la faccio sempre. Finché voi sorridete e mi dimostrate il vostro affetto.

Gesù: Certo, io l’affetto te l’ho dato sempre, perché ti ho cresciuta, ma tu mi hai distribuito l’amore per tanti anni, per tutta la tua vita. Io voglio amore, perché voglio tutti salvi. Mi sono immolato sulla croce per i peccatori e li voglio salvi.

Natuzza: lo sono contenta che vi servite di me.

Gesù: No, mi servo di tanti, però sono piccoli strumenti. Io vi ho scelti tutti come strumenti ciechi, ma il più cieco sei tu.

Natuzza: Ma ancora vedo.

Gesù: Non con gli occhi, tu vedi con gli occhi dell’anima, con gli occhi dell’amore. Ti voglio bene perché la gioia non la tieni per te, ma la distribuisci. Chi ha sete deve andare in cerca dell’acqua. Chi non ha sete non cerca.

Natuzza: Che vuol dire questa parola? Non capisco quello che volete dire.

Gesù: Quando uno ha molto bisogno, dice: “Gesù mio!”. Quando non ha bisogno, non ha la sete e quindi non cerca l’acqua. Ma quando ha bisogno cerca l’acqua per rinfrescarsi, per dolcificare le sue cose. Non si fanno le cose a convenienza. Se avete sete, e la sete la dovete avere sempre, non nel momento in cui avete la bocca asciutta e secca, dovete cercare l’acqua. Ecco che ti voglio dire. Tu mi servi e ti voglio come sei.

Natuzza: Signore, come parlate mi emoziono.

Gesù: Non ti emozionare! Non ti emozionare! Non è la prima volta. è da quando sei nata che parli con me. Sono il padre, sono la madre, ti confidi e ti emozioni? Una con la mamma si emoziona?

Natuzza: Gesù, ci sono tanti figli che non si confidano con i genitori perché hanno soggezione.

Gesù: Di me soggezione? I primi tempi eri una povera stupida, e scusa se ti chiamo così, perché dicevi: “Chissà che cos’è, chissà qua, chissà là …”, non sapevi cosa ti aspettava, non capivi, ti lasciavi confondere dagli altri. Adesso sei grande.

Natuzza: Vecchia!

Gesù: Non sei vecchia, perché il cuore non invecchia mai, è sempre giovane. Finché hai vita il cuore non invecchia e dopo la morte lo spirito è sempre vivo.

Riposati almeno due ore perché hai grande necessità, perché il corpo è lacerato. Non c’è dove non hai dolore. Se riposi due ore quel dolore non lo senti.

Natuzza: E che vi offro?

Gesù: Mi offri il sonno, mi offri il riposo, mi offri perché hai la gioia di vedermi. La sofferenza senza la gioia non ha valore, come la gioia senza la sofferenza non è godibile, non ristora l’anima, ma maltratta il corpo, perché quando c’è la gioia e con quella gioia subito ti procurano una sofferenza non te la sei goduta, la gioia è passata, la sofferenza ti rimane.

Natuzza: Gesù, la Madonna è contenta dei Cenacoli? Stiamo agendo bene?

Gesù: Io l’ho accontentata e lei è contenta. Si devono moltiplicare perché lei vuole così. Con questi Cenacoli parecchi si sono convertiti, anche a non vederti, perché pensano che non dici idiozie, ma che dici cose di Dio, cose della Madonna, cose sante. Parlate, parlate e non state muti, perché io e la Madonna vogliamo così. Quando un figlio consola la mamma, la mamma è felice. Io l’ho consolata. Sono contento e soddisfatto perché quante anime, con i Cenacoli, sono ritornate a me. Quelle che erano sperdute le abbiamo recuperate con i Cenacoli. I Cenacoli sono una catena d’amore. Se quelli che si interessano sanno distribuire l’amore con umiltà e carità, l’amore torna a me, perché io sono Gesù, voglio l’amore, non solo per una persona, ma per tutte le anime. Io me le voglio conquistare e devo usare ogni mezzo. E glielo permetto alla Madonna quando mi chiede una cosa. Il Cenacolo è stato un mezzo per convertire tante anime. Gente che non sapeva cos’era il segno della croce, la messa, la preghiera, adesso con i Cenacoli lo sanno. Parla, parla perché coinvolgano anche la gente che si sente grande, piena di superbia. Ed accoglieteli con umiltà, con carità, con amore, fategli festa quando vengono. Non state sempre con le stesse persone. Non importa se vengono per divertimento, perché poi piano piano riflettono. Fategli fare riflessioni, e accoglieteli. Accogliete quelli che vengono giorno per giorno. Così viene la conversione dei grandi, perché quelli non capiscono niente di Dio, non capiscono niente di carità, il ricco non conosce il povero, ma coinvolgendoli pian piano, non la prima volta, nè la seconda, ma la terza come ti ha promesso la Madonna… Questo non vale solo per te, ma anche per i Cenacoli.

Natuzza: Signore, ma voi dite che ne ho pazienza?

Gesù: La pazienza non ha limiti, come la carità e l’umiltà non hanno limiti. L’umiltà, la carità e l’amore sono un dono, ma vanno alimentati. Se dici: 1o, “io” è superbia. Dimostratevi sempre gioiosi, perché questo vuole il cuore della Madonna. Se avete pene nel vostro cuore, se avete dolori nel vostro cuore, il bene che fate offritelo per le pene che avete. Non ve le tenete nascoste, parlate, ma parlate con me, dite: “Signore io faccio questo sacrificio per amore non per orgoglio; per amore, per portare anime a Gesù e alla Madonna, che è la Mamma di tutto il mondo e soffre per noi”. Ditele queste parole, che sono parole giuste. La Madonna quando vede peccati piange come piango io. E vedendo piangere un figlio la mamma soffre di più. Offritele queste sofferenze. Tenetele nascoste, confidatevi con la Madonna e con me, perché io vi assisto. lo vi preparo un terreno più bello. Non è eterno il vostro corpo, è eterna l’anima. Il corpo soffre, può soffrire per 100 anni, ma poi non soffre più, perché se l’anima è custodita vede il regno di Dio, è gioiosa, può pregare per quelli che rimangono, per la conversione. Ma se voi le vostre cose le sventolate al vento e parlate, è la peggiore cosa, perché soffrite di un modo e di un altro. Quando avete l’occasione di fare un’opera di bene dovete dire: “Signore, ti ringrazio che ho avuto l’occasione di incontrare una persona da aiutare” non dire: “Ho fatto questo. Ho fatto quell’altro”.

E un vanto quello, vi siete pagati voi stessi. Fatevi pagare da me, che sono Gesù. Come? Vi amo e vi do l’amore, vi do la pace, vi do la gioia.

Natuzza: Perdonatemi, volevo fare il fioretto come l’ho fatto sempre.

Gesù: lo ho chiesto amore, carità, umiltà. Amatevi l’uno con l’altro, assistetevi a vicenda, abbiate amore per un ammalato, abbiate carità per chi soffre. Se tu dici: “Non mangio la carne” e magari fai altri peccati, maltratti una persona, a cosa ti è servito? Per farti perdonare? Non è la carne che ti fa perdonare, il mangiare è l’amore che dai al prossimo, è l’amore che dai a me. Se tu ami una persona ami me. Se tu assisti una povera ammalata, assisti me. Voi avete bisogno di me, io non ho bisogno di voi. Ma se mi offrite una cosa per chi non mi offre, per quelli che non mi conoscono, per dare conforto agli ammalati, io l’accetto.

Gesù: Mi piace quando dici alla gente di rivolgersi a me dicendo: “Signore, accettami come sono”.

Natuzza: Pure se è una schifezza?

Gesù: Sì, pure se è una schifezza l’accetto così com’è. Non mi vendico se sono cattivi, costruisco. Come costruisco? Per mezzo di qualcuno che prega, per mezzo di qualcuno che parla, per mezzo di qualcuno che offre volontariamente: “Ti offro questa sofferenza per quella che non sa offrire. Prego per chi non ti prega”. Allora tu invochi il perdono per gli altri e soffri tu. Io accetto la disponibilità tua, l’accetto. Ogni tanto ti do un pò di riposo, però è poco quello che ti do, perché prima eri più giovane, sopportavi di più e allora soffrivi di meno perché sostenevi quel dolore, quella sofferenza. Adesso il corpo non c’è più.

Natuzza: Signore è infracidito. Pure l’anima?

Gesù: No, l’anima è viva. Il corpo è morto. Ti devo dire che clinicamente sei morta. Sei viva per soffrire e per offrire.

Natuzza: Apposta non ce la faccio manco a riempire un bicchiere d’acqua?

Gesù: C’è chi lo fa per te. Non gradisci? Accanto ti ho messo gente che ti riempiono i bicchieri dell’acqua. Cosa vuoi di più?

Natuzza: No, Signore mio, io non voglio niente, anche se muoio di sete, basta che ho voi vicino.

Gesù: Però la mia vicinanza ti fa soffrire.

Natuzza: No, mi ristora, non mi fa soffrire.

Gesù: Ma se mi allontano un pò, se non mi vedi negli occhi per un attimo, la sofferenza si aggrava e tu soffri, perché il tuo corpo non vale più, solo lo spirito e l’anima.

Natuzza: Ma perché mi sono dovuta innamorare di voi? Perché non si innamorano gli altri?

Gesù: Non capiscono l’amore di Dio. Conoscono solo l’amore di un uomo che dura poco.

Natuzza: E allora non vi lamentate se non vi amano. Hanno paura della sofferenza.

Gesù: E perché tu non soffri? Quando uno è innamorato deve sopportare anche la sofferenza. Si offre tutto per amore. Perché io sono innamorato di tutto il mondo, non di te sola. A te corrispondo di più perché tu corrispondi a me. Ecco perché dici sempre: “Signore, voi dite che l’amicizia vostra è dura”.

Natuzza: Perché voi li tormentate con la sofferenza.

Gesù: Non è un tormento, ma affetto per conquistare le anime. Non soffri solo per amore mio, ma anche per il prossimo, perché sai che quello che piace a me piace a te: conquistare le anime. Quando una è innamorata o uno è innamorato deve sopportare qualunque cosa dal suo amore, anche pene e dolori. E li deve sempre offrire. Anche le gioie mi possono offrire, le lacrime io le accetto, il sorriso l’accetto. E dico sempre: “Servitemi in letizia”. Non dico: “Servitemi col muso o solo con le lacrime, anche col sorriso, aprendo la bocca”. Anche la bocca quando vuole dice parole di tesoro e di incoraggiamento. Perché ti voglio vicina? Perché mi appoggio a te e tu ti appoggi a me. Un giorno che non vengo, tu come dici? ” Il Signore mi ha lasciata”. Come fa un’innamorata quando il ragazzo non va. Dice: “Oggi il mio ragazzo che cos’ha fatto?”. Tu lo sai, io non posso fare altro che custodire le anime, ma per uno che è vivo gli viene il dubbio. Ma io amo tutto il mondo e non voglio che dalla mattina alla sera contemplino il mio volto, voglio la loro salvezza. Non sei felice? L’uomo della terra non ti può dare queste cose. Non te le può dare, perché non ha il potere di dartele e se ce l’ha non ha la volontà, perché non è innamorato. è innamorato della sua compagna. Quanto dura questo amore? Poco. Ma il mio dura eterno.

Natuzza: Ma perché li fate a me questi discorsi? Per convincermi? Io non mi devo convincere, sono convinta da quando vi ho visto la prima volta.

Gesù: Non capivi niente! Eri tanto convinta che tu hai accettato. Quando ti ho detto: “Metto un dito sulla tua mano”. Tu mi hai detto: “Che bellezza! Mi vuole bene Gesù, mi tocca la mano!”. Se eri convinta che ti veniva una ferita chissà come reagivi.

Natuzza: Non lo so.

Gesù: Ma io ti ho costruita come ho voluto, e tu hai accettato a qualunque costo. Non dico che tutti devono accettare allo stesso modo, alla stessa maniera, ma devono accettare un po’, per dire: “Voglio andare a messa per mezz’ora per ristorare il mio cuore”. “Voglio fare del bene ad un’amica, anche con una parola di conforto”. Non chiedo grandi cose. Io chiedo la collaborazione d’amore. E l’amore non si tiene per se stessi, si deve sempre distribuire, giorno per giorno, ora per ora. Non tenete la gioia solo per voi, datela a chi vi sta vicino e a chi vi sta lontano. Ci sono tanti mezzi, pure per quelli lontani: una parola scritta, una parola per telefono, come potete. La gioia che date ad un altro la date a me. Perché io ci tengo ai figli, come una mamma sulla terra tiene ai propri. L’amore mio non si spegne mai, dura in eterno, per sempre. Quello dei figli, quello del marito, quello delle sorelle, quello della mamma viene l’ora che finisce, ma quello mio non finisce mai, è eterno. Siete i miei figli e vengo in cerca di voi sempre. Come la mamma della terra quando gli manca il figlio smania per cercarlo, così smanio io per la salvezza, perché li voglio tutti sani ed opero ogni mezzo: prima mezzi umili per costruire gli uomini, poi strumenti ciechi nelle mie mani. Li uso come voglio quando sono disponibili, altrimenti non li posso usare. Così me li costruisco, se sono disponibili li uso.

Gesù: Io costruisco le anime, gli uomini potenti costruiscono il male in queste creature innocenti. Infatti, i giovani sono sull’orlo del precipizio per le grandi promesse che fanno quelli che sono alla poltrona oppure quelli che vogliono salire alla poltrona. Gli fanno tante promesse giurando sul mio nome e queste creature innocenti ci credono. Quando non raggiungono il loro scopo mi insultano, ma con gli insulti più brutti di fronte ai figli, di fronte alla moglie. Commettono errori con le famiglie, fanno scandali con gli amici. Questo mi addolora. Quando vi chiedono una mano di aiuto datela, ma senza promesse. Se voi fate promesse danneggiate queste creature, perché poi sono più le bestemmie che fanno e gli insulti che vi mandano. Arrivati alla sedia vi dimenticate di questi innocenti, ve li giocate. Ecco l’errore più grande che fate Per denaro vi vendete, fate imbrogli, non lavorate onestamente per aiutare il prossimo. Un giorno i vostri figli vi malediranno. Figlia, di’ ai giovani di non dare retta a loro. Prega perché si convertano.

Gesù: Anima mia, ti voglio bene, distribuisci l’amore. Ti raccomando continua a distribuire l’amore.

Natuzza: Lo so distribuire?

Gesù: Sì, che lo sai.

Natuzza: Gesù, mi penetri negli occhi, lo stesso che tu mi chiedi qualcosa. Dimmi come ti posso dare qualcosa, come ti posso amare, come ti posso dimostrare quanto ti voglio bene, quanto ti amo veramente?

Gesù: (Gesù sorride). Più di questo non puoi fare. Che cos’è l’amore? La preghiera, portare anime a me. Io mi compro le anime.

Natuzza: E io pare che le pago le anime?

Gesù: Eccome! Le paghi con dolore, con sangue, con pene. Però io sono contento che tu distribuisci l’amore e fai anche che la gente si innamori, non come te, che è impossibile.

Natuzza: Io dico a tutti: “Nulla è impossibile a Dio”. Signore, costruiteli voi.

Gesù: Li dovevo prendere tutti nel ventre della loro madre? Ho preso te e le paghi tu.

Natuzza: No, non dite così Signore! Io non pago niente, io sconto i miei peccati.

Gesù: Quando dici: “Signore, salvate anime”, non pensi solo alla tua anima, ma all’anima di tutti quelli che non mi conoscono, di quelli che non mi amano. Tu fai innamorare gli altri.

Natuzza: lo sono chiusa nella gabbia… sto male, non ho la forza…

Gesù: Le anime le conquisti lo stesso, anche guardando con un solo occhio, pregando e offrendo le tue sofferenze. Ecco, perché ti ho scelta. Ho trovato il terreno adatto per fare ciò. Non tutti si offrono.

Natuzza: Signore mio, perché vi lamentate che avete pochi amici? Se voi gli amici li trattate come trattate me, può darsi pure che non sopportano. Provate.

Gesù: Per togliere il dolore a te? Solo per questo? Ci sono tanti che hanno più dolori e più sofferenze di te e mi mandano imprecazioni. Non voglio essere ringraziato, ma vorrei che dicessero: “Signore, ti offro una mollica di pane”. Avete cento sofferenze in un giorno? Offritene una a me, dite: “Signore, questa sofferenza l’offro a te. Dammi la forza, dammi il conforto”. Non mi chiedono né forza né conforto. Non sanno se ci sono e imprecano, mi insultano. Io devo trovare gente che non mi insulta, che si offre per la conversione delle anime. Io mi servo di strumenti umili e ciechi.

Natuzza: Io ancora ce l’ho la vista.

Gesù: Non solo la vista, hai anche il cuore.

Natuzza: Signore, non me li avete dati voi la vista e il cuore?

Gesù: Sì, ma anche agli altri ho dato il cuore, la vista e tanti altri doni, però nessuno li utilizza, perché si lasciano tentare dal demonio. Invece di nascondere il peccato e di pregare, lo moltiplicano.

Natuzza: Che vuol dire che lo moltiplicano?

Gesù: Lo manifestano agli altri e li fanno peccare. Questa è una mancanza di carità e di umiltà. Magari quella che fa un peccato grosso non comprende la gravità, invece quella che distribuisce zizzania sa che è peccato e la distribuisce lo stesso. Distribuite l’amore, non i peccati, i pettegolezzi. Io sono amore e misericordia.

Gesù: O anima mia, non ti emozionare! Io ti voglio bene. Questa notte ti faccio riposare. Lo so, ti faccio soffrire, ma non per mia volontà. Io soffro sulla croce per i peccati. Tu mi accompagni e mi sostieni. Tu vuoi un appoggio quando stai male? Anch’io sto male, perché mi pesano i peccati del mondo.

Natuzza: Signore, pure i miei peccati vi pesano.

Gesù: No, le tue sofferenze mi pesano, perché mi dispiace che hai un corpo flagellato. Sembra il mio sulla croce. Io ti voglio bene. Sei una figlia come tutte le figlie. Ma ci sono figli che conoscono il padre e la madre e figli che li trascurano. Parecchi, milioni, miliardi, mi trascurano. Ci vuole qualcuno che mi dia coraggio e forza.

Natuzza: Voi siete Gesù, ne avete tanto coraggio! Perché dite così? Voi date coraggio a noi.

Gesù: Sì, io lo do a chi lo vuole; ma c’è chi non accetta il mio coraggio, perché non sa dove sono, non sa chi sono, non mi crede, non mi cerca, non mi domanda che cosa faccio. Io faccio quello che fa un padre e una madre. Una madre ristora i figli, li conforta. La mamma e il padre vedono cosa manca ai figli. A voi non manca la sapienza, manca semplicemente la volontà di amare il Padre, di amare la Madre, che è la Madonna. Perché non ci amate? Anche la Madonna è triste e dispiaciuta. Mi addolora vedere mia Mamma che soffre.

Natuzza: Finalmente l’avete chiamata “Mamma!”. Voi dite sempre ” la Madonna”!

Gesù: Perché ho tanto rispetto e venerazione. Quello che mia Madre mi chiede io sono pronto a darglielo, così come lo do a tutti i figli del mondo. Io do il ristoro che vogliono, ma se lo cercano. Se non lo cercano come glielo do? Io vado in cerca di loro, ma loro mi respingono. Natuzza: E perché vi respingono, Gesù mio? E io perché non lo faccio?

Gesù: Ti ho cresciuta come ho voluto.

Natuzza: E perché non avete cresciuto pure gli altri?

Gesù: Perché gli altri vivono di paura, di vanità, non di amore. Io voglio quelli che, spontaneamente e per amore, si offrono a Dio e alla Madonna, che distribuiscono, se necessario, anche il loro corpo per la salvezza degli uomini. Che cosa hai detto tu? “Quello che appartiene a Dio appartiene a me”. Chi è che lo dice questo? Nessuno, perché hanno paura della sofferenza, hanno paura di non poter fare quello che vogliono.

Gesù: Ti chiedono: “Qual è la volontà di Dio perché la voglio fare?” Ma quando vedono che la mia volontà è dura mi mollano subito, dicono: “Questo Dio mi ha castigato”. Non è un castigo. Io vado in cerca di chi mi sostiene, perché vivo sempre nel terrore che i figli miei si perdano. Pure a perderne uno mi trafigge il cuore.

Natuzza: Perché vi trafigge il cuore? Come lo perdete? L’afferrate.

Gesù: E come? Basta un mal di testa e già vanno in escandescenza, mi insultano, dicono che li ho castigati. Non dicono: “Mi sono purificata e offro per i miei figli. Mi purifico l’anima mia con questa sofferenza”. Nessuno lo dice. Ogni mille ce n’è una che dice: “Signore, per amore tuo”. Ma per una volta, due, poi si secca e dice: “Tutte a me questo Cristo li carica!”. Non è vero che io li carico. Io non voglio il male degli altri, non voglio il peccato. Non è la vita sulla terra che è eterna, la vita eterna è qui. Ma perché pensate solo al denaro? Perché pensate solo a non soffrire, alla vita comoda? Non c’è comodità nella vita, ma gioie miste a dolori. Come ti dico? Che vuoi sempre caramelle.

Natuzza: Gesù, questa parola non me la so spiegare. Quando mai mi avete dato caramelle?

Gesù: Sempre. Se un’anima si converte non è una caramella? Un pacco di caramelle. Ti dolcifichi tu e mi dolcifico io, perché un’anima l’abbiamo portata alla salvezza. Tu che cosa vuoi dalla gente? La salvezza dell’anima, non la ricchezza. Voi dovete fare tante cose qua, tante meraviglie. E ci saranno, perché la Madonna ve l’ha promesso, però tu non cerchi denaro a chi fai un favore, a chi dai una parola di conforto. Dio e la Madonna non cercano soldi, ma la salvezza eterna, la salvezza dell’anima. “Come vuoi tu Vergine Santa e come vuole Gesù”: questa preghiera la dite a fior di labbra e non con tutto il cuore, perché vi viene la paura.

Natuzza: Gesù mio, voi siete troppo esagerato.

Gesù: Ma perché sono esagerato? Per salvare le anime si piglia anche il bastone, come ti ho detto tante volte.

Natuzza: Come mi debbo comportare con la gente?

Gesù: Ti manca la forza? Io la forza te l’ho data sempre. Finché sei su questa terra te la do. Quando sarai all’altro mondo farai il tuo dovere lo stesso, pregherai. La preghiera smuove le montagne. Dove l’hai imparato? Non te l’ho insegnato io? Tu alla gente glielo predichi: “E che c’è! Vi coricate come un legno! Manco il segno della croce vi fate! Allora non siete convinti che c’è uno sopra di noi? Che Dio è la cosa più potente, più grande e che lui solo ci può aiutare per l’eternità?”. Non ne vogliono sapere dell’eternità. Qua si vive ottanta, cento anni, si può vivere pure centocinquanta anni, però non è qua l’eternità. Non fate ribellare il corpo con gli improperi della terra, salvatevi l’anima. Invocatemi, pure con la ribellione, ma non con gli improperi, gli insulti. Voi mancate a me, ma io non vi ho mai mancato, vi ho sempre amati e vi amo, con tutti i difetti che avete. Vi ho sempre accettato per come siete, vi ho sempre perdonato, pure gli insulti mi sono preso. Io busso al vostro cuore. Voi perché non entrate nel mio cuore? Io lo tengo sempre aperto, soprattutto per i peccatori, ma loro sfuggono, perché sono abituati ai divertimenti, a mangiare bene, a mormorare, a criticare pure per una scemenza, per una stupidaggine. Per loro non c’è perdono, hanno orgoglio e superbia. Se volete conquistarvi il regno di Dio dovete essere umili, caritatevoli, amare chi vi offende. Perché amate chi vi ama? Perché vi piacciono quelli che vi amano e non quelli che vi insultano. Figli, perdonate, perché se una vi insulta non sapete se è opera del diavolo, che la tenta, e magari poi si pente.

Gesù: Figlia, dici: “Gesù, non mi fate dormire!’

Natuzza: No, io non dico questo. Prendetevi tutto quello che volete.

Gesù: Ho preso tutto, ho preso l’anima e il corpo per salvare gli uomini. Ti amo e ti voglio bene, perché sei sempre pronta e disposta a consolarmi. Tu sei la mia consolazione.

Natuzza: Signore, siete voi che mi date gioia.

Gesù: Ma ti faccio soffrire.

Natuzza: Voi dite che la sofferenza è un vostro dono. lo l’accetto come un dono.

Gesù: Infatti, quando parli con le persone che soffrono, dici che anche la sofferenza è un dono di Dio. Hai ragione, è un dono mio. Dalla sofferenza accettata e offerta ricavo tante cose meravigliose.

Natuzza: E che sono le cose meravigliose, Gesù?

Gesù: Le anime che sono sull’orlo del precipizio si salvano. Queste non cadono sotto il burrone, restano mezze di dentro e mezze di fuori, hanno bisogno di una mano, perché da sole non riescono a salvarsi. Ci vuole l’offerta di qualcuno. Ma chi può e chi sa dare questa offerta?

Natuzza: Perché, nessuno fa un’offerta?

Gesù: Non pensano che sono un padre pieno di amore e di bontà, pensano che sono un castigatore. Io non castigo nemmeno la malvagità dell’uomo, perché io amo anche le persone malvagie. I padri e le madri accettano i figli per come sono. Anch’io sono un padre e li accetto, buoni e cattivi. Certo, ognuno di loro deve scontare qualcosa. Come fa un padre? L’accoglie, l’abbraccia, ma gli dà anche il rimprovero quando lo merita. Io do qualche segno, qualche richiamata, qualche avvertenza.

Natuzza: Signore, allora siete come quelli che vanno a sparare alla porta e poi dicono: “Aspettati quello che ti spetta”?

Gesù: No, i delinquenti fanno così. Gesù non può fare il delinquente, Gesù li avverte: “Non lo fate, che vi dannate l’anima. Non perdete solo il corpo, ma perdete anche l’anima”. I delinquenti gli danno un avviso perché vogliono qualcosa. Io voglio l’anima, non voglio soldi.

Natuzza: Che vuol dire? Qual è l’avvertimento che gli date?

Gesù: Quando uno soffre prega, quando non soffre non prega più. Quando uno ha una mortificazione mi conosce dove sono, quando è bello, tranquillo e sereno io non ci sono e non mi conosce. Pure quelli che mi conoscono, quando le cose vanno diritte, si dimenticano di dire una preghiera. Io non voglio solo preghiere, voglio azioni, che vi amiate l’uno con l’altro, che vi perdoniate a vicenda, che aiutiate il prossimo, se c’è un’ammalata che l’assistiate, se c’è una che ha fame che le diate un pezzo di pane. Io cerco la vostra salvezza. Io busso sempre al vostro cuore, ma voi non mi aprite. Siete sordi? Non è vero che siete sordi, fate tutto a convenienza. Questo è egoismo, un tornaconto. L’amore deve essere vero. Se non avete amore è inutile che dite nel momento del bisogno: “Gesù mio, Gesù mio!”. Lo conoscete questo Gesù? Quando avete una sofferenza ve la prendete pure con me, dite: “Mi ha castigato!”. Io non sono punitore. Sono salvezza, sono amore, sono pace. Preferirei che la gente che si sente grande, che vuole conquistare la poltrona mi picchiasse come si picchia un asino, ma non che mi bestemmiasse e mi insultasse. Le bestemmie le fanno perché vogliono raggiungere per forza quello che desiderano. Figlia mia, prega, perché questi si dannano, non sanno che la vita non è eterna e che la sedia dura poco. L’orgoglio dura poco, la superbia non regna, se regna non dura.

Natuzza: Signore mio, voi mi mandate queste sofferenze perché sono cattiva? Perché me ne prendo di tutti? Vi avevo detto di accorciarmi la lingua, così non parlo più, ma non avete voluto.

Gesù: Devi parlare finché puoi.

Natuzza: Ma voi lo sapete che mi sforzo?

Gesù: Lo so. Il corpo tuo è come una polvere, non di terra, ma di ferro. Il ferro ci vuole tempo per consumarsi. La polvere di terra con l’acqua se ne va, ma per quella di ferro devo agire io.

Natuzza: Io quando siete presente non soffro, perché ammiro la vostra bellezza e mi entra nel cuore.

Gesù: E perché tremi?

Natuzza: Non lo so.

Gesù: Ti faccio tenerezza? Ti faccio soggezione? è da una vita che per te sono mamma, figlia, fratello e sorella, amica. Una con un’amica non trema.

Natuzza: Io sono gioiosa nel cuore, non lo so perché tremo. Voi siete una cosa grande per me.

Gesù: E come sono per te, una cosa grande, non potrei essere per tutto il mondo? Per tutto il mondo sono il più piccolo della terra. Pochi sono quelli che pensano che sono una cosa grande e che posso fare tante cose. Voglio la salvezza delle anime, non voglio altre cose. Chi vuole soldi, chi vuole il palazzo, chi vuole vestirsi bene, chi vuole divertirsi, ma queste sono cose che durano poco, come l’amore di un uomo. L’amore di un uomo non può durare eterno, dura pochi anni e poi si dimentica, invece l’amore mio non si dimentica mai. Non voi dovete essere solo per me e né io solo per voi, perché l’amore si espande in amore. Distribuite l’amore, l’umiltà e la carità perché questa è la mia gioia, il mio sostegno.

Gesù: Figlia mia, non ti lamenti, non dici: “Signore, fammi passare questo dolore”, ma “Signore te l’offro per i peccati del mondo”. Questa parola mi consola. Non me ne approfitto, perché tu sei disponibile da quando sei nata, da sempre. A modo tuo pensi che approfitto, perché quand’eri piccola non capivi l’importanza, come dici tu: “Signore, se io capivo quello che mi aspettava dicevo di no”. Può darsi. Pensi che mi potevi dire di no? Non mi dicevi di no.

Gesù: Figlia, perché tremi quando mi vedi? Io sono venuto non solo per farti una carezza, ma per farti riposare un po’. Mi serve anche il corpo. Se il corpo continua a frantumarsi, tu non hai la forza per reagire o parlare nemmeno con me. Parli con la gente e ti affatichi, un po’ ti devi anche riposare.

Addormentati. Ogni carezza che ti faccio la paghi ed io conquisto le anime. Allora, il corpo deve anche reagire. Come reagisce? Se ti riposi, altrimenti non ce la fai. Figlia mia, tu lo sai che io ti amo tanto, ma non voglio che tu soffra terribilmente. Soffri nel corpo, nell’anima non soffri perché io ti consolo. Tu sei la mia consolazione ed io sono la tua. Tu soffri ed io sono felice perché conquisto anime, però non credere che a me non dispiaccia che tu soffra. Io vengo per aiutarti, per darti la forza di sopportare moralmente e fisicamente. Porti le impronte mie. Tu hai detto che vuoi morire sulla croce per me e stai morendo lentamente, perché ogni giorno io ti sto mettendo accanto a me sulla croce per la riparazione di tutti i peccati del mondo. Offri questa sofferenza per i preti, che mi fanno tanto soffrire. Vanno in escandescenza anche loro. Non c’è pace. Non c’è riposo. Non c’è una penitenza, un fioretto, un sacrificio, non dicono: “Offro per le anime che soffrono”. Io dico: “Consolate chi soffre, celebrate la messa per le anime”. Ma come la celebrano questa messa? Meccanicamente. Più tempo passa e più aumentano i peccati, perché pensano che devono uscire, che devono andare ad un concerto, che devono andare ad una gita, perché hanno voglia di divertirsi. Una volta c’erano pure le anime buone che la mattina prima di uscire si leggevano l’officio, si leggevano una pagina del vangelo. Adesso fanno tutto con la fretta. E perché, non sanno come sono? Non sanno che gli ho fatto dono di farli sacerdoti? E allora non vogliono capire? Non gliene importa niente. Peccano continuamente. Non solo peccano loro, scandalizzano gli altri, fanno peccare le anime. Invece di aiutarle a convertirsi sono loro stessi, con il loro esempio, che le fanno peccare di più. Figlia, prega per queste anime consacrate. Si consacrano per gusto, non per fede, oppure perché hanno un difetto e non possono fare famiglia. Se loro vogliono stare con me possono farlo anche come padri di famiglia, oppure servendomi da celibi. Non è vero che servono me, sono io che servo loro, però almeno mi diano un briciolo di consolazione. Io che cosa voglio da loro? Voglio che si salvino loro e che salvino le anime che stanno loro vicino. Come? Con la preghiera e con il loro esempio. Ma loro non danno buon esempio, perché danno l’esempio dei giovani scapestrati e non dei giovani preti. Io so che dovete amare la vita, che la vita è un dono mio, ma servitemi in letizia e fatemi servire. Come mi potete servire se voi non date buon esempio? Le ragazze, le creature vedendo il vostro cattivo esempio, dicono: “Se i preti lo fanno, anche noi lo possiamo fare”. Non è un prete che ama il Signore quello che si comporta così, perché se ama il Signore deve insegnare cose che appartengono alla Madonna e che appartengono a Dio.

Figlia, tu soffri per gli altri. Tu hai detto che tutto ciò che appartiene a me appartiene a te. Soffriamo insieme. Tu dici che vuoi morire sulla croce, ma tu la morte la fai ogni giorno, con la sofferenza. Solo che hai la pazienza di offrirla. Mi dispiace figlia mia, ma io ti voglio bene e ti consolo. Sei mia figlia, sei mia sorella, sei mia madre, sei tutto per me, come io lo sono per te. Cosa sono per te? L’innamorato più potente, perché non c’è nessun altro di cui tu ti possa innamorare come sei innamorata di me. E l’amore l’hai sempre distribuito e lo distribuirai finché hai un giorno di vita. Me l’hai promesso e sono sicuro che la tua promessa la manterrai, come mia Madre, che le promesse le mantiene sempre. E per quello che mi ha chiesto sono pronto a consolarla, così come consolo te. Anche i dispiaceri si possono offrire, per amore e per conversione. Il cuore mio trionfa quando un’anima si converte. Anche se si converte dopo tanto tempo, non importa.

Natuzza: Signore, convertite il mondo.

Gesù: Se avete una malattia accettatela, offritela, vi guadagnate il regno. Distribuite amore invece di distribuire peccati. L’amore mio non sapete dov’è? Non sapete che io vado in cerca di voi? Ma perché? Perché voglio la salvezza dell’anima vostra. Ecco, proprio in questi giorni vengo insultato momento per momento. Figlia mia, per forza devi soffrire qualcosa. Non c’è nessuno che offre. Quelli che soffrono imprecano. Quelli che devono andare ad occupare la sedia, uno con l’altro, si scannano come i maiali. Io vorrei meglio che scannassero dieci maiali e non uno dei miei. Chi è debole viene insultato come una pezza di piedi, come una porcheria. Quello che si sente forte non fa altro che insultare gli altri, i fratelli, le sorelle. Ma non solo insulta loro, insulta anche me. E che gli faccio il miracolo della sedia? Io faccio il miracolo della salvezza. Arrendetevi figli, se volete. Pensate al denaro? Non dura in eterno, non ve lo portate con voi. Portate con voi le opere buone: aver dato un sorriso a chi soffre, aver dato una parola buona a chi ne ha bisogno, un pezzo di pane a chi non ne ha. Non sono i soldi. I soldi sono un mezzo, ma un mezzo per fare del bene, non un mezzo per ubriacarsi e per fare festa e festine e poi ubriachi fare un mondo di peccati. Siete alla sedia, alla poltrona? Non fate altro che insultare i più deboli. Che cosa fate adesso? Sconvolgete le creature per il voto e fate mille promesse. Ma queste non sono promesse, sono solo inganni. Povere creature si illudono perché hanno bisogno. Le portate alla rovina, alla droga, le fate diventare ladre.

Non voglio che vi inginocchiate e preghiate dalla mattina alla sera, ma che offriate giorno per giorno, ora per ora tutto ciò che vi capita e che vi sembra che vi faccia male. Quello che offrite è contraccambiato dall’amore di Dio e della Madonna. Figlia, offri per la loro salvezza!

Gesù: Vuoi fare patti con me?

Natuzza: Io vi do cuore, anime e figli. Quello che volete, basta che salviate il mondo.

Gesù: E che vuoi fare, patti? Io non faccio patti. Tu hai detto: “Quello che appartiene a voi appartiene a me”. E allora prenditi tutto come stai facendo. Tu e io, una forza. I patti non si fanno con Dio, ma si fanno con il demonio. Non dire: “Tu mi dai questo e io ti do questo”. Dio è padre e mamma. Padre e mamma è diverso dal diavolo. Il diavolo vuole l’anima, non vuole il corpo. Io voglio il corpo e l’anima. Il corpo per servirmene come uno strumento, l’anima per custodirla. Io voglio le cose più belle che esistono, voglio che l’amore sia dispensato. Dispensare l’amore significa parlare di me e della Madonna a chi incontri, dire che io sono amore, carità e misericordia e dire una parola buona e valevole. Con il diavolo invece si fanno patti per perdere l’anima. Con me non la perdono.

Natuzza: O Gesù, voi ogni tanto siete pure rigoroso.

Gesù: Non è vero, io sono dolce, non rigoroso. Ogni tanto adopero la parola rigorosa per dire che sono amore, carità, ma pure giustizia. Qualche volta ci vuole pure la giustizia. Tu quando una cosa non ti va, che non è giusta, non parli forte?

Natuzza: Io non parlo forte.

Gesù: Ma te l’ho insegnato! Particolarmente di parlare forte con i politici, con i preti e con i medici. Con queste tre categorie devi parlare forte, perché questi possono essere la salvezza degli uomini, i medici la salvezza degli ammalati, i preti la salvezza delle anime.

Natuzza: Ma non mi ascoltano.

Gesù: Non ti ascoltano momentaneamente, perché hanno vergogna, sanno che quello che dici è verità, però li confondi. Queste sono quasi le persone più intelligenti, però sono orgogliosi, pieni di superbia, non sanno che la superbia non regna e se regna non dura.

Gesù: Fate quello che volete. Io se mi invocate vi aiuto, però fate secondo la vostra volontà. Responsabili del male e del bene siete voi. Io vi vengo incontro per aiutarvi, vi apro il cuore, ma voi me lo chiudete. Che posso fare? Il cuore mio è aperto a tutti. Chi non vuole non entra. E ricordatevi che non sono un Cristo punitore, ma misericordioso, caritatevole, amoroso, che ama tutto il mondo, brutti, belli, piccoli, ciechi. Non scelgo le nazioni che devo amare. Tutte le nazioni sono miei figli.

Natuzza: Signore, volete bene anche a quelli che non vi credono?

Gesù: Certo! Tu devi pregare per quelli che non mi amano. Anche se non mi amano li amo lo stesso. Voi fate un favore a chi ve lo fa, date una cosa a chi ve la restituisce, vi pagate voi stessi. Invece l’amore si dà spontaneo.

Gesù prima mi ha fatto una carezza, poi mi ha impugnato il piede.

Natuzza: Gesù cosa volete? Io sono qua.

Gesù: Ah, mi aspettavi?

Natuzza: Sì, io vi aspetto sempre.

Gesù: E quando non ci sono?

Natuzza: Voi dite che ci siete sempre.

Gesù: Sì, ci sono sempre. Quando mi vedi con gli occhi e quando mi vedi con il cuore.

Natuzza: Io con il cuore vi vedo sempre, con gli occhi quando venite e mi abbracciate. Io vi abbraccio, perché vi amo e vi voglio bene.

Dopo un po’ è arrivata la Madonna. Gesù è scomparso. Gli ho detto: Ve ne andate?

Gesù: Perché, mia Mamma non ti consola? Eri desiderosa di vedere la Madonna. Eccola, è qua, è presente. è addolorata, perché il mio cuore gronda sangue per i peccati del mondo.

Madonna: Figlia mia, Gesù ti manda queste sofferenze, non perché ti vuole fare del male, ma per salvare le anime. Il suo cuore è addolorato e i peccati del mondo continuamente rinnovano la sua crocifissione.

Madonna: Vedi, Gesù è sulla croce con te, perché il mondo rinnova continuamente la sua crocifissione.

Natuzza: Madonna mia, tutti dicono che Gesù ha sofferto una volta sola ed ora non soffre più.

Madonna: Non è vero, soffre sempre, perché rinnovano continuamente la crocifissione con il peccato. Il suo cuore sanguina sempre, perché si perdono anime. Oggi questa sofferenza offrila anche per gli ammalati che non accettano la loro sofferenza e che invece di pregare imprecano. Gesù soffre. Dice: “Io non voglio fare soffrire gli altri, soffro io e soffro con amore, però il peccato mi addolora tantissimo. Per la loro anima io tengo sempre il cuore aperto, però me lo chiudono, perché non hanno la pazienza”. Io lo prego sempre, gli dico: “Gesù dai la forza a questi poveri sofferenti!”. Gesù gliela dà la forza, apre il cuore continuamente a tutto il mondo, particolarmente a quelli che soffrono, agli ammalati, però questi sono tentati dal demonio. Quando erano sani pensavano solo ai divertimenti, ai soldi, a castelli, a poltrone, alle sedie ed ora nella malattia, invece di pregare, di dire: “Signore, dammi la forza di superare” bestemmiano, chiudono il cuore al Signore. Nonostante tutte le bestemmie che fanno, Gesù però lo tiene aperto il cuore, perché li vuole salvare. Gesù dice sempre: C’è posto per tutti, figli”, perché perdona, perché è misericordia, carità, amore. Figlia, prega per tutti questi poveri ammalati, offri la tua sofferenza per la loro conversione. Se accettano la loro sofferenza il purgatorio lo hanno già scontato sulla terra, se no perdono qualcosa. Se la offrono, scontano e presto abbracciano Gesù che è misericordia e li salva. Io sono la Mamma di tutto il mondo, come Gesù dice che è mamma e padre. è la verità, è mamma e padre perché si occupa di tutti.

Madonna: Quando Gesù ti fa la solita carezza tu non la senti per niente. Perché?

Natuzza: Non lo so.

Madonna: Perché guardi negli occhi Gesù e ti consoli il cuore. L’amore supera il dolore. L’amore di Gesù è superiore a qualsiasi cosa. Tu lo senti. E chi è che lo sente? Nessuno capisce. Gesù è geloso delle sue anime, perché se le sceglie e non le vuole né disprezzate né maltrattate. Gesù ricava la salvezza di dieci, dodici, venti anime, secondo quant’è la sofferenza.

Natuzza: Madonna mia, fate che Gesù prenda un coltello, mi scanni tutta, così invece di guadagnarne cinque, sei anime ne guadagna cento.

Madonna: E lo fa una volta e poi? Invece poco alla volta conquista le anime, che vede perdute. Gesù è buono e misericordioso e non vuole che si perda nessuno. Non siete voi che andate in cerca di Gesù, è lui che va in cerca di voi tutti, ma voi lo respingete. Gesù si mette sulla croce, perché non vuole perdere anime, si serve degli strumenti ciechi, che lui ha conquistato, del loro corpo o della loro parola per convertire gli altri.

Natuzza: Madonna mia, non so che dirvi. Mi innamoro anche della vostra bellezza, come mi innamoro di Gesù.

Madonna: Figlia, non è la stessa cosa. Guarda, tu sentivi la mia mancanza, perché non venivo a trovarti, però se lo fa Gesù soffri molto di più.

Natuzza: Io vi voglio bene. Perdonatemi per il passato, vi conoscevo poco. Gesù lo conosco di più, perché sono sempre in contatto con lui, da quand’ero bambina.

Madonna: Io ti sono sempre vicina, ma quando vengo devo chiedere il permesso a Gesù.

Natuzza: No, non è possibile, voi siete la Mamma non chiedete permesso. I figli chiedono permesso alla mamma, non la mamma chiede permesso al figlio.

Madonna: Figlia, ti sbagli. Gesù è una cosa più grande, più grande del mare, della terra, del cielo. Gesù è più grande di queste cose ed io ho rispetto. Quando lui dice: “Parla e presentati” io lo sento nel mio cuore, senza che lui me lo dica. Io faccio tutto quello che vuole Gesù. Anche voi dovreste farlo, ma siccome Gesù vi ha dato la volontà libera di fare come volete…

Natuzza: Madonna mia, Gesù ha sbagliato.

Madonna: No, che dici! Anche idiozie dici! Non mi aspettavo che dicessi così.

Natuzza: Sono ignorante, che volete da me. Se fossi stata io non gliela avrei data la volontà libera, ogni volta che sbagliavano gli avrei dato una mazzata in testa oppure gli rompevo il muso.

Madonna: No, Gesù è buono! Non può fare queste cose. Va in cerca delle anime con amore.

Figlia mia, per la malattia si ribellano contro Dio, se vogliono conquistare pure una terra, una casa, la sedia, la poltrona, invece di dire: “Signore dammi una mano”, imprecano. Il Signore vi ha lasciato la volontà libera. Se vi volete salvare seguite le mie parole, perché le mie parole sono consigli, che servono per l’anima e per il corpo. Non volete sentire? Fate come volete. “Mi chiudete il cuore, mi fate piangere”, dice Gesù. “Volete che pianga un padre? Fatemi piangere. Mi addoloro, ma non posso fare di più. Vi cerco e voi non mi volete. Perché?”. Ecco come ragiona Gesù.

Natuzza: è vostro figlio, voi lo capite meglio di me. lo che volete che capisca, sono un’ignorante.

Madonna: Non è che sei ignorante, ti sei cresciuta con lui e ti ha lasciata dire tutte le parole che volevi. Anche a te ha lasciato la libertà.

Natuzza: Ma io non voglio la libertà. Io ho detto sempre al Signore: “Se io devo offendere una persona per gusto o perché la voglio offendere, tagliami la lingua”.

Madonna: L’ha fatto Gesù?

Natuzza: Ah, allora chissà quanti ne ho offesi?

Madonna: Ma tu hai detto volontariamente.

Natuzza: La punizione che mi merito. Se lo faccio apposta tagliatemi la lingua.

Madonna: Apposta non l’hai fatto, altrimenti Gesù ti accorciava la lingua, come dici tu. Gesù non fa queste cose, l’uomo della terra le può fare. Gesù è buono e ha pazienza. O figlia mia, tu sei sofferente, però hai pure ragione.

Natuzza: Gesù è padre di tutti, misericordia, però una punizione ce la deve dare, dire: “Questo non lo fate, che se lo fate…”

Madonna: Cosa hai detto tu a Gesù? “Cent’anni di purgatorio e voglio salvo tutto il mondo”. Se non volevi essere mamma dicevi: “Hanno ucciso, uccidete!”, invece no: “Hanno ucciso, perdonateli!”. Perché sei mamma e perché Gesù ti ha insegnato una cosa bella: il perdono, la carità, l’amore per gli altri. Il tuo corpo è a disposizione per salvare anime. Tu soffri ed offri.

Natuzza: Madonna mia, mi avete consolata, grazie! Consolatemi spesso.

Madonna: C’è Gesù che ti consola. Tu sei più innamorata di Gesù, senti di più l’amore per lui. Hai sempre avuto soggezione di me. Che ti posso fare? La confidenza ce l’hai con Gesù.

Natuzza: Madonna mia, siete contenta dei Cenacoli?

Madonna: Sì, sono contenta. Moltiplicateli.

Natuzza: Gesù vedeva che tremavo quando ho visto la Madonna e mi diceva:

Gesù: lo sono l’amico, sono il padre, sono la mamma, sono lo sposo, sono l’amore, sono Gesù, ma anche la Madonna ti vuole bene come te ne voglio io. Quando un figlio è consolato, la Madonna è felice. Viene raramente, quando vuole. è la Mamma, è la Madonna.

Natuzza: Caro mio Gesù, quanto hai sofferto! Mi ha dato una carezza sul ginocchio.

Gesù: Non rimiscitare il passato, pensa al presente e al futuro, a quello che tocca a me e a te. Ho sofferto sulla croce per amore degli altri, adesso soffriamo insieme per convertire chi non è convertito.

Gesù: Stai soffrendo.

Natuzza: No.

Gesù: E come, dici pure bugie? Lo so che stai soffrendo, ma non ti preoccupare, conquistiamo un mondo di anime. Ti ho portato la Madonna. La vuoi vedere?

Natuzza: Sì. (Io mi sono spaventata)

Madonna: Perché ti emozioni?

Natuzza: Quando vedo Gesù non mi emoziono tanto, perché Gesù lo vedo spesso. Quando vedo voi, mi viene un’emozione che tremo tutta. Madonna mia, Gesù me ne vuole bene?

Madonna: Perché, dubiti?

Natuzza: No, Madonna mia, non dubito. Quando viene, mi fa una carezza e quella carezza me la fa pagare.

Madonna: E perché dici queste cose?!

Natuzza: Perché mi prende la mano, mi prende il polso e subito mi viene la ferita.

Madonna: Vuoi dire che non ti vuole bene perché ti fa la ferita? Tu ce l’hai in tutte le parti del corpo, ma lui ce l’ha nel cuore, perché tutto il mondo gli pesa.

Natuzza: E perché non lo distrugge?

Madonna: No, non si dice questa parola, perché Gesù si è immolato sulla croce per la salvezza delle anime. Le vuole conquistare tutte. Ci ha dato la volontà libera, a ciascuno di voi ha dato un dono, siete voi trascurati a non metterlo al servizio come hai fatto tu. Tu distribuisci il tuo corpo e per ogni ferita Gesù conquista otto, dieci, venti anime, quante ne vuole. Quando conquista le anime Gesù è felice. Fai un paragone tra la terra, il mare e il cielo… Sai contare quante gocce di acqua ci sono nel mare?

Natuzza: No, come le conto? Non sono mai andata, nemmeno a farmi un bagno, posso contare il mare?

Madonna: Ecco, quanto è grande il mare, quant’è grande la terra, quant’è grande il cielo è la misericordia e la bontà di Gesù. E allora, Gesù non vuole perdere nessuna anima e per ogni anima che perde si addolora.

Natuzza: E perché le deve perdere, lui è il Signore, è Padre, le può salvare tutte!

Madonna: Ma ci vuole qualcuno che compensa, qualche anima che si offra, anime vittime per riparare i peccati del mondo, per salvare le anime. E che ti pare, che Gesù si è preso gusto che ti vede soffrire? Con la tua sofferenza conquista tante anime ed è felice.

Natuzza: Madonna mia, ma perché piangeva questa mattina? Gli scendevano due lacrime…

Madonna: Figlia mia, proprio in questi giorni Gesù ha sofferto tanto, perché tante anime bestemmiano dalla mattina alla sera, mandano improperi, si litigano, si scannano come i maiali. Invece di chiamarlo, di invocarlo per le cose buone gli mandano improperi, bestemmie, insulti. Gesù si vede insultato senza colpe e piange. Senza Gesù niente potete fare voi. Invocatelo, pregatelo, fate opere buone, così Gesù è felice e voi siete i parafulmini e la riparazione dei peccati del mondo. Non lo fate piangere. Come una mamma soffre per un figlio, anch’io soffro per Gesù, perché lo vedo soffrire.

Natuzza: Per non fare soffrire Gesù, per non vederlo piangere, vorrei che mi pigliasse a coltellate e mi facesse morire.

Madonna: E se eri morta, eri finita.

Natuzza: Non finita. Se mi manda all’inferno sono finita, se no prego lo stesso da dove sono.

Madonna: Ma non può mandare un messaggio. Perché proprio questa notte vuoi morire? Non si desidera mai la morte.

Natuzza: Ma non desidero…

Madonna: Non è cattiveria la tua, è che vuoi stare sempre in contatto con Gesù. Ma tu sei in contatto con Gesù, perché tu sei come una mamma che ha un bambino piccolo piccolo e non lo lascia un momento. Il bambino ha bisogno della mamma.

Natuzza: E pare che io sono mamma di Gesù? Voi siete la Mamma di Gesù.

Madonna: Ma ti lascia? Che cosa vuol dire? Sei l’amica, sei la sorella, sei anche la mamma. E quindi considera che lui è un bambino.

Natuzza: Ma Gesù non è un bambino. Gesù è la cosa più grande, non può essere un bambino.

Madonna: No, ti porto un esempio per capire, perché tu sei rimasta bambina, ma non Gesù. Gesù è grande, te l’ho detto poco fa, più del mare, più della terra, più del cielo, è infinito, indescrivibile. Io sono la Mamma e non so fare paragoni di Gesù. Lo vedi sempre, perché ti devi emozionare?

Natuzza: Madonna mia, l’avete detto voi adesso, che Gesù è più grande del mare, della terra, del cielo. Certo che mi emoziono!

Madonna: Tu mi dici sempre: “Perché non dici mio figlio?”. Perché io ho rispetto, Lui è più grande di tutti.

Natuzza: Voi mi insegnate che Gesù è più grande della terra, del mondo, del mare. Io posso capire queste cose?

Madonna: è la misericordia che è più grande di queste cose. Gesù è misericordia, carità, amore.

Natuzza: Madonna mia, io non ho il coraggio di chiedere a Gesù quello che vuole da me.

Madonna: E perché, pare che è un rimprovero? Vuoi sapere. Lui dice che finché hai un respiro se ne serve, perché un padre ad una figlia l’ama pazzamente, però se ne serve: “Dammi un bicchiere di acqua”, “Dammi un pezzo di pane”. Gesù vuole il bene degli altri. Ecco perché Gesù dice: “Amatevi”, “Non vi ribellate se vi fanno un torto”.

Gesù piange perché i figli vanno alla perdizione. La madre e il padre soffrono quando un figlio bestemmia. E quando si fa nella rabbia è ancora peggio, perché si ammala quello che la fa la bestemmia e dà amarezza a Dio.

Gesù: Figlia mia, tu soffri, ma io soffro più di te, perché le anime cadono nel peccato come le foglie dagli alberi. La terra è bagnata dal sangue di tante anime innocenti. Si scannano come i maiali, si insultano uno con l’altro e insultano me continuamente. Nonostante tutte le ingiurie vado in cerca per salvarle, perché sono bontà, amore e misericordia, mi servo di te, ma ci vorrebbe un’anima vittima, che ripara in ogni angolo.

Natuzza: Perdonatele, perché non sanno nemmeno loro quello che vogliono e quello che fanno.

Gesù: Sanno quello che vogliono, sanno quello che fanno. Non sopporto la loro malvagità. Avete desiderio della poltrona? Fatela con dolcezza e buone maniere. Se la meritate vi sedete alla poltrona, se no rassegnatevi, perché più avete e più peccate. Non è che dite: “Mi servono i soldi per fare vivere i miei figli”. Lo fate solo per farvi piacere, per fare viaggi di qua e di là, non per l’anima, ma per dare soddisfazione al vostro corpo. Avete momentaneamente la soddisfazione e poi? Se avete un dolore, perché vi ribellate? E che vi sembra, che vivete in eterno? L’eterno è qua, non dove siete voi. Non vi allungate più delle gambe che avete, perché vi pentirete amaramente. Se voi chiedete perdono io vi salvo, però la pena vi dura. Chissà per quanti anni dovete soffrire per purificare l’anima vostra! Perché queste anime innocenti le portate di qua e di là con menzogne, con improperi, con promesse? A chi vi fa comodo mantenete le promesse, a chi non vi porta utile lo scartate. Ecco perché li mettete sull’orlo del precipizio, uno contro l’altro, perché uno dice: Io ho fatto quello che hai fatto tu e mi ha scartato”. Voi sbagliate, sbagliate veramente! Perché non sapete se dopo un anno che voi siete alla poltrona vi capita un guaio e poi vi ribellate contro Dio. Voi state sbagliando. Corrompete le creature innocenti dando cento euro, come se date una cioccolata dalla vostra tasca, vivete solo di menzogna, di cattiveria, di improperi e di insulti rivolti a me. Come diranno qualche giorno i vostri figli? Fanno uno sperpero di denaro, di vestiti, di macchine, di questo e di quello, mentre la gente innocente muore, fa la fame. Voi vi comprate un vestito, dopo otto giorni non vale più, un poveretto invece deve soffrire con un vestito tolto dal fratello o dal padre o dall’amico. E si vergogna pure di dirlo: “Questo vestito era di mio padre”. Voi mettete in ridicolo anche i vostri figli. ‘Non ragionate! Voi volete solo avere, pigliare, potere, comandare. E se volete questo vi dannate l’anima.

O figlia mia, tu mi chiedi di salvarli! Ma se tu vedi tanti innocenti in mezzo alla strada, che sono uno contro l’altro, mi chiedi pure il perdono per loro! Tu sei troppo ingenua, caritatevole. Non ti posso dire ignorante, perché hai un cuore grande come il mio. Guarda quelle anime innocenti, che sono sull’orlo del precipizio, una mamma addolorata che piange e dice: “Mio figlio non ha pane, non ha lavoro per guadagnarselo” e magari uno che sta bene ha il primo e il secondo stipendio. Non è giustizia questa. Secondo te può essere giustizia? Ed io non dovrei fare giustizia?

Natuzza: Signore, i genitori non fanno giustizia sui figli. Voi, Signore mio, dite che sono tutti figli, che siete amore, bontà, carità e volete fare giustizia?

Gesù: Per te qualunque cosa facciano va bene?

Natuzza: Non va bene, però non potete fare giustizia.

(pino) Un Dio senza fare giustizia, che Dio Giusto sarebbe??????’

Natuzza: Tagliatemi a pezzi.

Gesù: No, la mia sofferenza è come la tua, ma la tua è la millesima parte della mia. Io soffro ogni giorno, mi vedi sofferente e non senti la necessità di abbandonarmi. Mi sono appoggiato da quando sei nata; mi appoggio ancora finché ci sei, finché voglio. Mi sono scelto anime vittime, però non sono disponibili a consolarmi. Mi addoloro per il mondo intero, ma di più per i preti perché non apprezzano il dono che ho fatto loro. Mi sono immolato per tutti sulla croce.

Natuzza: Io sono ignorante e non capisco.

Gesù: Non vogliono la sofferenza, vogliono la comodità e non sanno se sono vivo e vero oppure se sono una cosa inventata. Non sono una cosa inventata, sono vivo e vero e li seguo sempre. Non solo i preti, ma tutto il mondo. Io mi sono caricato di tutto il mondo, ma soprattutto del dolore per gli innocenti.

Gesù: Ti metto la corona di spine e mi addoloro. Figlia, lo so che stai soffrendo abbastanza, ma anche questa volta devo provare. Non ti metto proprio quella pesante, che so che tutto il corpo ce l’hai consumato.

Natuzza: Ma fatemi morire, che forse è meglio.

Gesù: Ancora mi servi, perché io mi devo appoggiare. Per ogni spina salviamo dieci anime. Tu dici che vuoi fare cento anni di purgatorio per salvare tutti, io li voglio salvare come vuoi pure tu. Te li ho affidati. Hai detto che tutto ciò che appartiene a me appartiene a te. E tu lo fai, e tu sopporti. Ti do la forza per sopportare.

Natuzza: Signore mio, io non lo so sino a quanto sopporto, che non mi ribelli e faccia peccato.

Gesù: Vedo quelli che sono sull’orlo del precipizio e non li vorrei perdere. Nessuno voglio perdere. Poi particolarmente i preti che mi fanno tanto soffrire, perché potrebbero fare di più. Tutti hanno un corpo. Il corpo che non resiste, pecca. Però c’è chi si pente e c’è chi continua a peccare. Per quel continuare a peccare cosa pensi tu?

Natuzza: Signore, forse non vi credono.

Gesù: Non che non mi credono, non ci pensano. Credono che ci sono, ma quando celebrano lo fanno meccanicamente, perché pensano al divertimento. A me questo mi addolora, perché mi sono immolato sulla croce per tutti, non solo per i grandi peccatori, che sono sull’orlo del precipizio, ma anche per loro, per fargli dono. Io non manco. Pretendo che loro non manchino ma cadono come le foglie dell’albero, perché cedono alla tentazione.

Madonna: Figlia, oggi passerai una giornata dolorosa.

Natuzza: Non importa.

Madonna: Gesù si è appoggiato a te, adesso ti dolcifico un po’ i chiodi (mi doleva la testa, mi sentivo impazzire, mi veniva pure il vomito). Non vomitare, non ti sforzare, perché ancora vai incontro ad una giornata dolorosa. Confortati, cerca di fare forza, invoca Gesù che ti dia la forza per superare il giorno.

Natuzza: Ma me ne posso andare con Gesù?

Madonna: Quando vuole lui. Gesù è quello che stabilisce l’ora, il giorno e il momento. Stabilisce tutte le cose. Perché senza di lui neanche io posso fare. Perché io potrei fare, però io ho rispetto di lui. Devi fare tutto quello che vuole lui. A Gesù ho chiesto anche dei Cenacoli, se li potevo fare o no e dopo te l’ho detto. Io sono ubbidiente a Gesù. E Gesù è contento, perché tu offri con amore la tua sofferenza, perché sei disponibile.

Gesù: Hai visto? Ti ho portato la Madonna per consolarti, non sei contenta?

Natuzza: Sì, Signore mio, altro che sono contenta!

Gesù: E sorridi una volta! Con me non sorridi mai, sorridi con la gente.

Natuzza: Io sorrido quando parlo di voi, perché vi ho sempre negli occhi.

Gesù: Ecco perché non ti ribelli, perché mi vedi nel cuore e negli occhi. Le mie spine ti danno dolore.

Natuzza: Ma perché? Non è che siete cattivo, me la mettete per uno scopo.

Gesù: Per salvare con ogni spina dieci anime. E sono contento che me le porti. Tu sei un cavallo di ferro, non di carne, perché reagisci, l’assorbi e l’offri, perché ti ho fatta caritatevole, umile e buona dentro. E per non vedere soffrire me, accetti tutto.

Natuzza: Signore mio, mi dispiace che soffriate, tagliatemi a pezzi.

Gesù: Ah, stai pure se ti taglio a pezzi! Il corpo è frantumato, non trovo dove mettere il coltello.

Natuzza: Se volete, trovate. Vi do una mano.

Gesù: Oh, la do io una mano a te, che forse la mia mano ti solleva. A me mi solleva l’offerta del tuo cuore.

Gesù: Oggi ti aspetta una grande sofferenza. Figlia, non te la prendere, te l’ho preparata io, perché il mio cuore è trafitto da tante lance.

Natuzza: E che sono le lance, vi bucano?

Gesù: Sono i peccati, gli innocenti che muoiono: sono trattati dalla malvagità degli uomini come animali da macello. Questa sofferenza la devi offrire per le mamme che sono afflitte e addolorate.

Natuzza: Non prendetevi questa sofferenza! Prendete me e fatemi morire, perché vi aiuto più dall’altra parte.

Gesù: No, ancora mi servi qui, sulla terra. Poi la so io l’ora e il giorno.

Natuzza: Perché dovete soffrire?

Gesù: Ogni giorno mi trafiggono il cuore i peccati del mondo, specialmente la rovina di questi innocenti, quelli che li uccidono, quelli che li portano sulla cattiva strada.

Natuzza: Mi ha fatto vedere la terra, piena di sangue, dove c’erano sette, otto, dieci, quindici bambini morti, grandi e piccoli.

Gesù: Adesso che cosa dici?

Natuzza: Avete ragione! Non le voglio vedere. No! Gesù, ditemi cosa volete. Tagliatemi a pezzi, ma giustizia mai. Per carità, per amore mio! Non fate giustizia, la giustizia è brutta. Usate la vostra misericordia. Per carità! Voi siete l’amore, la carità, l’umiltà. Ve l’ho detto che quello che appartiene a voi appartiene a me, ma non le voglio vedere queste anime innocenti! O Gesù perdonateli!

Gesù: Gli innocenti me li porto in Paradiso. Io sono amore, carità, ma pure giustizia.

Natuzza: No! Avete ragione. Misericordia e perdono sì, Signore, ma giustizia no! Vi ho detto cento anni di Purgatorio, ma salvate tutti. Ve l’ho detto: non voglio venire da sola in Paradiso, tutti li dovete portare! Gli date dieci anni, vent’anni, trenta, ma poi ve li portate in Paradiso. Gesù: Io sono pure giustizia.

Natuzza: Misericordia, pietà, non giustizia.

Gesù: Devo fare giustizia. Sono carità, misericordia, ma ci vuole anche la giustizia.

Natuzza: Voi siete misericordia, carità e pietà, non potete fare questo. La giustizia solo come ai carcerati la potete fare. Ma non avete il coraggio di fare giustizia mandandoli nel fuoco eterno. Signore, fate la giustizia come ai carcerati, che gli danno la pena e poi dopo che la scontano li tolgono a libertà. Voi prima gli date la punizione che meritano e poi li portate in Paradiso.

Gesù: La fai facile. Quando vuoi sai parlare.

Madonna: Non ti rammaricare, non ti prendere questi dolori, non pensare che Gesù non salva il mondo, perché lui è buono e misericordioso, la giustizia non sa dov’è.

Natuzza: Come non sa dov’è? Non sa Gesù dov’è la giustizia?

Madonna: Gesù ha il cuore aperto per i buoni e per i cattivi, lo tiene aperto.

Natuzza: Gli dà una condanna, ma l’inferno no. Ditemi una parola buona, una parola di conforto, per sperare che non si perdano, perché non voglio andare in Paradiso da sola, ma voglio andare con tutti i figli e fratelli. Mamma bella, voi mi consolate. Sì, come consolate Gesù. Ma io non posso essere sicura che Gesù a tutti li tollera. Troppo è sofferente. Io gli voglio bene. Mi duole il cuore a vedere Gesù soffrire tanto. Ed io per una sofferenza da niente mi lamento e dico: “Ahi!” E cerco e invoco la forza!

Madonna: Non ti rammaricare, perché Gesù, come dici sempre tu, è carità, amore, misericordia. Dice: “Faccio giustizia”, ma fa giustizia come dici tu, come ai carcerati.

Natuzza: Lo so che è buono. Madonna mia, lo so che è buono! Ma io ho un’amarezza, perché Gesù dice che la terra è bagnata di sangue. Il mio corpo è a pezzi, ma io sono pronta. Datemi la forza, per sopportare, per consolare!

Madonna: Ma tu lo consoli Gesù.

Natuzza: Sì, come lo consolo Gesù? Non lo posso consolare io.

Madonna: Tu lo consoli distribuendo l’amore.

Natuzza: Io non so distribuire l’amore.

Madonna: Tu lo distribuisci tutti i giorni.

Natuzza: Sì, mi sento che l’ho fatto il dovere mio, ma non lo so, Gesù mi può giudicare. Madonna mia! Mi sono presa tutto il mondo per figli, come ha detto Gesù, ma non posso avere la forza di Gesù.

Madonna: Ma lui ti ha scelto come vittima.

Natuzza: Ma io non gliel’ho detto mai a Gesù che voglio essere anima vittima, mi ha presa lui come ha voluto, io ho accettato.

Madonna: E non sei contenta che così si sono salvate tante anime?

Natuzza: No, non mi basta, perché vedo Gesù soffrire. Come mi basta?

Madonna: Stai tranquilla. Gesù è buono e misericordioso.

Natuzza: Sì, Mamma! Sì, Mamma! Mamma mia, abbi pietà! Prega, prega Gesù. Mamma mia, Gesù vi ascolta, sicuro che vi ascolta.

Madonna: Ma Gesù ascolta anche te.

Natuzza: No, io non posso giudicare se ascolta me, ma alla Mamma l’ascolta.

Madonna: Ascolta pure te che sei l’amica, la figlia.

Natuzza: Sì, sono amica, figlia. Ma io ho adottato tutti. E quando uno perde un fratello, perde una sorella si addolora e io mi addoloro pure per loro.

Madonna: Tutto il mondo sono tuoi figli.

Natuzza: Sono figli di Gesù. Io non posso salvarli, io prego. Non mi addosso la colpa, mi addosso i dolori della gente. Ho chiesto cento anni di Purgatorio per me. A Gesù pregatelo, che me ne dia cento e non li distrugga.

Madonna: Stai tranquilla.

Natuzza: Come sto tranquilla se Gesù dice misericordia, carità, amore, ma pure giustizia. La giustizia è una cosa brutta. Non è come quella dei carcerati, la giustizia sua è grande.

Madonna: Preghiamolo.

Natuzza: Anch’io prego. E lo dico ai Cenacoli di preghiera, che sono una catena d’amore che raggiunge Dio.

Madonna: Sì, lo so anche quelli sostengono Dio.

Gesù: Nelle tue ferite non ci vuole pomata, ma il mio balsamo. Se non c’è quello non ci sono medicine. Perché io mi sono appoggiato e mi appoggio finché ci sei.

Natuzza: Allora portatemi presto.

Gesù: Tu ancora mi servi. Sono assetato di anime e tu sei assetata di sofferenze per consolarmi. Questa tua disponibilità mi dà gioia e balsamo.

Madonna: Figlia mia, non hai pace, non ti senti bene. Hai la pace nell’anima, ma non ce l’hai nel corpo. Sai che fai? Hai le ossa frantumate, togliti i cuscini.

Natuzza: No, Madonna mia, che mi affogo!

Madonna: No, te lo dico io, lo puoi fare. Togli tutti i cuscini, mettiti supina e stai tranquilla, non ti succede niente, ti assisto io.

Natuzza: Ho dormito tranquilla e serena.

* * *

Natuzza: Giorno di Pasqua ho visto la Madonna e Gesù risorto.

Gesù: Bella mia, hai sofferto e noi abbiamo sofferto con te. Cerca di non pensare troppo alla sofferenza passata, pensa al presente e al futuro.

Natuzza: Signore, pensavo che eravate morto.

Gesù: No, non sono morto, sono sempre vivo. E che ti pare che quando muori tu sei morta? Sei pure viva. E vivo lo spirito. Vedi figlia, dobbiamo pregare affinché risorgano tutti. lo sono risorto. La sofferenza sì, ma la morte mai. Figlia, tu mi sostieni. Vorrei che ce ne fossero migliaia che mi potessero dare il conforto. Tutti dicono che vogliono darmi conforto, ma poi nella sofferenza non sopportano. Mi dispiace, ma che posso fare? Ma quando qualcuno, che mi scelgo, è disponibile sono felice. Non tenere presente che la quaresima è finita, perché tu partorisci ogni giorno. La quaresima non finisce mai. Sai quando finisce? Quando verrai da quest’altra parte.

Natuzza: Signore, io volevo che partorissi un figlio all’anno per regalarlo a chi soffre perché non ne ha.

Gesù: Eh, la tua sofferenza è più di una che partorisce.

Natuzza: La Madonna e Gesù mi hanno consolato.

Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it/