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L’UNIVERSO E I SUOI ABITANTI

L'extraterrestre è mio fratello

extraterrestre è mio fratello padre funes Walter Sulla

Link ufficiale dell’articolo del vaticano

Il rapporto tra astronomia e fede in un’intervista a padre Funes, direttore della Specola Vaticana
L’extraterrestre è mio fratello

di Francesco M. Valiante
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Cita Dante – il celebre verso che chiude l’ultimo canto dell’Inferno – per descrivere la missione dell’astronomia. Che è anzitutto quella di “restituire agli uomini la giusta dimensione di creature piccole e fragili davanti allo scenario incommensurabile di miliardi e miliardi di galassie”. E se poi scoprissimo di non essere i soli ad abitare l’universo? L’ipotesi non lo inquieta più di tanto. È possibile credere in Dio e negli extraterrestri. Si può ammettere l’esistenza di altri mondi e altre vite, anche più evolute della nostra, senza per questo mettere in discussione la fede nella creazione, nell’incarnazione, nella redenzione. Parola di astronomo e di sacerdote. Parola di José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana.
Argentino, quarantacinque anni, gesuita, dall’agosto del 2006 padre Funes ha le chiavi della storica sede nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, che Pio XI concesse all’osservatorio vaticano nel 1935. Fra circa un anno le restituirà, per ricevere quelle del monastero delle basiliane situato al confine tra le Ville Pontificie e Albano, dove si trasferiranno gli studi, i laboratori e la biblioteca della Specola. Unisce modi cortesi e pacati a quel leggero distacco dalle cose terrene di chi è abituato a tenere gli occhi rivolti verso l’alto. Un po’ filosofo e un po’ investigatore, come tutti gli astronomi. Contemplare il cielo è per lui l’atto più autenticamente umano che si possa fare. Perché – spiega a “L’Osservatore Romano” – “dilata il nostro cuore e ci aiuta a uscire dai tanti inferni che l’umanità si è creata sulla terra: le violenze, le guerre, le povertà, le oppressioni”.

Come nasce l’interesse della Chiesa e dei Papi per l’astronomia?

Le origini si possono far risalire a Gregorio XIII, che fu l’artefice della riforma del calendario nel 1582. Padre Cristoforo Clavio, gesuita del Collegio romano, fece parte della commissione che studiò questa riforma. Tra Settecento e Ottocento sorsero ben tre osservatori per iniziativa dei Pontefici. Poi nel 1891, in un momento di conflitto tra il mondo della Chiesa e il mondo scientifico, Papa Leone XIII volle fondare, o meglio rifondare, la Specola Vaticana. Lo fece proprio per mostrare che la Chiesa non era contro la scienza ma promuoveva una scienza “vera e solida”, secondo le sue stesse parole. La Specola è nata dunque con uno scopo essenzialmente apologetico, ma col passare degli anni è divenuta parte del dialogo della Chiesa col mondo.

Lo studio delle leggi del cosmo avvicina o allontana da Dio?

L’astronomia ha un valore profondamente umano. È una scienza che apre il cuore e la mente. Ci aiuta a collocare nella giusta prospettiva la nostra vita, le nostre speranze, i nostri problemi. In questo senso – e qui parlo come prete e come gesuita – è anche un grande strumento apostolico che può avvicinare a Dio.

Eppure molti astronomi non perdono occasione per fare pubblica professione di ateismo.

Direi che è un po’ un mito ritenere che l’astronomia favorisca una visione atea del mondo. Mi sembra che proprio chi lavora alla Specola offra la testimonianza migliore di come sia possibile credere in Dio e fare scienza in modo serio. Più di tante parole conta il nostro lavoro. Contano la credibilità e i riconoscimenti ottenuti a livello internazionale, le collaborazioni con colleghi e istituzioni di ogni parte del mondo, i risultati delle nostre ricerche e delle nostre scoperte. La Chiesa ha lasciato un segno nella storia della ricerca astronomica.

Ci faccia qualche esempio.

Basterebbe ricordare che una trentina di crateri della luna portano i nomi di antichi astronomi gesuiti. E che un asteroide del sistema solare è stato intitolato al mio predecessore alla direzione della Specola, padre George Coyne. Si potrebbe richiamare inoltre l’importanza di contributi come quelli di padre O’Connell all’individuazione del “raggio verde” o di fratello Consolmagno al declassamento di Plutone. Per non parlare dell’attività di padre Corbally – vicedirettore del nostro centro astronomico di Tucson – che ha lavorato con un team della Nasa alla recente scoperta di asteroidi residui della formazione di sistemi binari di stelle.

L’interesse della Chiesa per lo studio dell’universo si può spiegare col fatto che l’astronomia è l’unica scienza che ha a che fare con l’infinito e quindi con Dio?

Per essere precisi, l’universo non è infinito. È molto grande ma è finito, perché ha un’età: circa quattordici miliardi di anni, secondo le nostre conoscenze più recenti. E se ha un’età, significa che ha un limite anche nello spazio. L’universo è nato in un determinato momento e da allora si espande continuamente.

Da che cosa ha avuto origine?

Quella del big bang resta, a mio giudizio, la migliore spiegazione dell’origine dell’universo che abbiamo finora dal punto di vista scientifico.

E da allora che cosa è successo?

Per trecentomila anni la materia, l’energia, la luce sono rimaste unite in una sorta di miscela. L’universo era opaco. Poi si sono separate. Così noi adesso viviamo in un universo trasparente, possiamo vedere la luce: quella delle galassie più lontane, per esempio, che è arrivata a noi dopo undici o dodici miliardi di anni. Bisogna ricordare che la luce viaggia a trecentomila chilometri al secondo. Ed è proprio questo limite a confermarci che l’universo oggi osservabile non è infinito.

La teoria del big bang avvalora o contraddice la visione di fede basata sul racconto biblico della creazione?

Da astronomo, io continuo a credere che Dio sia il creatore dell’universo e che noi non siamo il prodotto della casualità ma i figli di un padre buono, il quale ha per noi un progetto d’amore. La Bibbia fondamentalmente non è un libro di scienza. Come sottolinea la Dei verbum, è il libro della parola di Dio indirizzata a noi uomini. È una lettera d’amore che Dio ha scritto al suo popolo, in un linguaggio che risale a duemila o tremila anni fa. All’epoca, ovviamente, era del tutto estraneo un concetto come quello del big bang. Dunque, non si può chiedere alla Bibbia una risposta scientifica. Allo stesso modo, noi non sappiamo se in un futuro più o meno prossimo la teoria del big bang sarà superata da una spiegazione più esauriente e completa dell’origine dell’universo. Attualmente è la migliore e non è in contraddizione con la fede. È ragionevole.

Ma nella Genesi si parla della terra, degli animali, dell’uomo e della donna. Questo esclude la possibilità dell’esistenza di altri mondi o esseri viventi nell’universo?

A mio giudizio questa possibilità esiste. Gli astronomi ritengono che l’universo sia formato da cento miliardi di galassie, ciascuna delle quali è composta da cento miliardi di stelle. Molte di queste, o quasi tutte, potrebbero avere dei pianeti. Come si può escludere che la vita si sia sviluppata anche altrove? C’è un ramo dell’astronomia, l’astrobiologia, che studia proprio questo aspetto e che ha fatto molti progressi negli ultimi anni. Esaminando gli spettri della luce che viene dalle stelle e dai pianeti, presto si potranno individuare gli elementi delle loro atmosfere – i cosiddetti biomakers – e capire se ci sono le condizioni per la nascita e lo sviluppo della vita. Del resto, forme di vita potrebbero esistere in teoria perfino senza ossigeno o idrogeno.

Si riferisce anche ad esseri simili a noi o più evoluti?

È possibile. Finora non abbiamo nessuna prova. Ma certamente in un universo così grande non si può escludere questa ipotesi.

E questo non sarebbe un problema per la nostra fede?

Io ritengo di no. Come esiste una molteplicità di creature sulla terra, così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco, se consideriamo le creature terrene come “fratello” e “sorella”, perché non potremmo parlare anche di un “fratello extraterrestre”? Farebbe parte comunque della creazione.

E per quanto riguarda la redenzione?

Prendiamo in prestito l’immagine evangelica della pecora smarrita. Il pastore lascia le novantanove nell’ovile per andare a cercare quella che si è persa. Pensiamo che in questo universo possano esserci cento pecore, corrispondenti a diverse forme di creature. Noi che apparteniamo al genere umano potremmo essere proprio la pecora smarrita, i peccatori che hanno bisogno del pastore. Dio si è fatto uomo in Gesù per salvarci. Così, se anche esistessero altri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell’amicizia piena con il loro Creatore.

Insisto: se invece fossero peccatori, sarebbe possibile una redenzione anche per loro?

Gesù si è incarnato una volta per tutte. L’incarnazione è un evento unico e irripetibile. Comunque sono sicuro che anche loro, in qualche modo, avrebbero la possibilità di godere della misericordia di Dio, così come è stato per noi uomini.

Il prossimo anno si celebra il bicentenario della nascita di Darwin e la Chiesa torna a confrontarsi con l’evoluzionismo. L’astronomia può offrire un contributo a questo confronto?

Come astronomo posso dire che dall’osservazione delle stelle e delle galassie emerge un chiaro processo evolutivo. Questo è un dato scientifico. Anche qui io non vedo contraddizione tra quello che noi possiamo imparare dall’evoluzione – purché non diventi un’ideologia assoluta – e la nostra fede in Dio. Ci sono delle verità fondamentali che comunque non mutano: Dio è il creatore, c’è un senso alla creazione, noi non siamo figli del caso.

Su queste basi, è possibile un dialogo con gli uomini di scienza?

Direi che anzi è necessario. La fede e la scienza non sono inconciliabili. Lo diceva Giovanni Paolo II e lo ha ripetuto Benedetto XVI: fede e ragione sono le due ali con cui si eleva lo spirito umano. Non c’è contraddizione tra quello che noi sappiamo attraverso la fede e quello che apprendiamo attraverso la scienza. Ci possono essere tensioni o conflitti, ma non dobbiamo averne paura. La Chiesa non deve temere la scienza e le sue scoperte.

Come invece è avvenuto con Galileo.

Quello è certamente un caso che ha segnato la storia della comunità ecclesiale e della comunità scientifica. È inutile negare che il conflitto ci sia stato. E forse in futuro ce ne saranno altri simili. Ma penso che sia arrivato il momento di voltare pagina e guardare piuttosto al futuro. Questa vicenda ha lasciato delle ferite. Ci sono stati malintesi. La Chiesa in qualche modo ha riconosciuto i suoi sbagli. Forse si poteva fare di meglio. Ma ora è il momento di guarire queste ferite. E ciò si può realizzare in un contesto di dialogo sereno, di collaborazione. La gente ha bisogno che scienza e fede si aiutino a vicenda, pur senza tradire la chiarezza e l’onestà delle rispettive posizioni.

Ma perché oggi è così difficile questa collaborazione?

Credo che uno dei problemi del rapporto tra scienza e fede sia l’ignoranza. Da una parte, gli scienziati dovrebbero imparare a leggere correttamente la Bibbia e a comprendere le verità della nostra fede. Dall’altra, i teologi e gli uomini di Chiesa dovrebbero aggiornarsi sui progressi della scienza, per riuscire a dare risposte efficaci alle questioni che essa pone continuamente. Purtroppo anche nelle scuole e nelle parrocchie manca un percorso che aiuti a integrare fede e scienza. I cattolici spesso rimangono fermi alle conoscenze apprese al tempo del catechismo. Credo che questa sia una vera e propria sfida dal punto di vista pastorale.

Cosa può fare in questo senso la Specola?

Diceva Giovanni XXIII che la nostra missione deve essere quella di spiegare agli astronomi la Chiesa e alla Chiesa l’astronomia. Noi siamo come un ponte, un piccolo ponte, tra il mondo della scienza e la Chiesa. Lungo questo ponte c’è chi va in una direzione e chi va in un’altra. Come ha raccomandato Benedetto XVI a noi gesuiti in occasione dell’ultima congregazione generale, dobbiamo essere uomini sulle frontiere. Credo che la Specola abbia questa missione: essere sulla frontiera tra il mondo della scienza e il mondo della fede, per dare testimonianza che è possibile credere in Dio ed essere buoni scienziati.

Salmo 23 Universo e i suoi abitanti

Salmi 23

1 Di Davide. Salmo.
Del Signore è la terra e quanto contiene,
l’universo e i suoi abitanti.
2 È lui che l’ha fondata sui mari,
e sui fiumi l’ha stabilita.
3 Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
4 Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronunzia menzogna,
chi non giura a danno del suo prossimo.
5 Otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
6 Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
7 Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
8 Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e potente,
il Signore potente in battaglia.
9 Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
10 Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

La posizione della Chiesa Cattolica

CHE COSA NE PENSA LA CHIESA DELLA VITA NELL’UNIVERSO

Dopo aver accennato alla interpretazione della parola “universo”, la Chiesa non poteva non manifestare in una forma migliore il suo atteggiamento favorevole alla esistenza di altri pianeti abitati, se non dedicando l’ultima domenica dell’anno liturgico alla “Festa di Cristo Re dell’Universo”; e questa universalità del Suo regno viene ripetutamente ricordata e sottolineata nei testi delle tre Sante Messe della domenica.
Tutto ben considerato, mi sembra di poter affermare che in tale domenica vi è anche – e insieme – la Festa dei mondi e dei pianeti abitati!
Mi farò dunque promotore di questa iniziativa, aiutato senz’altro dalle preghiere degli extraterrestri medesimi.

 

ALCUNE TESTIMONIANZE A FAVORE DELLA VITA NELL’UNIVERSO

A favore dell’abitabilità di altri pianeti esistono varie testimonianze di laici, teologi e di persone morte in concetto di Santità e per le quali è iniziato o completato il processo di canonizzazione. Ovviamente mi limito solo ad alcune.
Per quanto concerne i laici, ne riporto una di un grande scienziato francese, Charles Richet (1850-1935), di cui si è già parlato all’inizio; è importante qui notare che egli era un materialista. Ebbene, nel suo “Traité de Métapsychique” (1922) scriveva: “Con quale diritto coi nostri sensi limitati, la nostra intelligenza oseremo affermare che nell’immenso cosmo l’uomo è il solo essere intelligente? … Che esistano forze intellettuali diverse da quelle dell’uomo … non solamente è possibile, ma è estremamente probabile. Si può anche pretendere che sia certo. È assurdo supporre che la sola intelligenza della natura sia la nostra” (p. 787-788).

 

Per quanto riguarda i teologi:

  1. Il Cardinale Niccolò Cusano (1401-1464), filosofo e scienziato, diceva: “Non c’è stella dalla quale siamo autorizzati ad escludere l’esistenza di esseri, sia pure diversi da noi”.
  2. Il gesuita e astronomo Padre Angelo Secchi (1818-1876) scriveva: “È assurdo considerare i mondi che ci circondano come enormi deserti inabitati e cercare il significato del nostro universo in questo nostro piccolo mondo abitato”.
  3. Il noto predicatore domenicano Padre Jacques-Marie Monsabré (1827-1876), francese, riteneva verosimili altre esistenze di viventi, comprese tra quelle degli esseri umani e degli angeli, argomentando sul principio “Natura non facit saltus”.
  4. Il già citato Padre inglese Thurston scriveva: “Chi può affermare che non vi siano altri esseri intelligenti nell’Universo di Dio oltre a queste tre categorie di angeli, demoni e persone umane? lo non intendo affermare come fatto positivo la possibilità implicitamente contemplata in questa domanda; mi limito a domandare: Chi lo può asserire?” (op. Cit., p 3).

 Per quanto concerne le persone morte in concetto di Santità ne ricordo due:

  1. Il salesiano “Servo di Dio” Don Andrea Beltrami (1870-1897); è noto come egli pregasse molto per i possibili abitanti di altri pianeti.
  2. Il secondo è Padre Pio da Pietralcina, assai noto e oggi già Santo. Gli fu chiesto: “Padre, dicono che in altri pianeti ci sono creature di Dio”. Risposta: “E che, vorresti che non ci fossero, che l’onnipotenza di Dio si limitasse al piccolo pianeta Terra? E che, vorresti che non ci fossero altre creature che amano il Signore?”.
  3. Alla domanda, sempre a Padre Pio: “Padre, ho pensato che la Terra è un niente di fronte agli astri e a tutti gli altri pianeti”. Risposta: “Eh sì, e noi usciti dalla Terra siamo nulla! Il Signore non avrà certo ristretto la Sua gloria a questo piccolo pianeta. In altri ci saranno degli esseri che non avranno peccato come noi!” (Don Nello Castello, “Così parlò Padre Pio”, Vicenza 1974).

L'intervista inedita di Padre Balducci

L'universo abitato negli scritti di Maria Valtorta

 

A proposito di altra vita oltre il pianeta Terra, c’è un illustre precedente nell’opera di Maria Valtorta
Dai Quaderni del ’43: 
22 agosto 1943: “Sarei un ben piccolo e limitato Iddio Creatore se non avessi creato che la Terra come mondo abitato! Con un palpito del mio volere ho suscitato mondi e mondi dal nulla e li ho proiettati, pulviscolo luminoso, nell’immensità del firmamento. La Terra, di cui siete tanto orgogliosi e tanto feroci, non è che uno dei pulviscoli rotanti nell’infinito, e non il più grande. Certo però è il più corrotto. Vite e vite pullulano nei milioni di mondi che sono la gioia del vostro sguardo nelle notti serene, e la perfezione di Dio vi apparirà quando potrete vedere, con la vista intellettuale dello spirito ricongiunto a Dio, le meraviglie di quei mondi.

28 agosto 1943: Dice Gesù: “Nulla è ignoto al Dio Uno e Trino. Tutti gli avvenimenti dell’Universo: nascite e morti di pianeti, formarsi e disgregarsi di nebulose, vita o morte sugli astri lanciati nello spazio, cataclismi, deflagrazioni, sono conosciuti, in eterno, dall’Eterno. E ugualmente in eterno sono conosciuti tutti gli avvenimenti della Terra: uno dei milioni di mondi creati da Dio, quello che a voi è noto perché ne siete abitatori…
Spingi lo sguardo, o Maria, nell’eternità nostra. Immergiti in questo segno di Dio. È come se tu affissi lo sguardo verso un cielo tersissimo e pensi che oltre quell’azzurro, che ti pare limite, è altro, altro, altro spazio sconfinato, sempre più alto… Il suo azzurro è fatto di milioni incalcolabili di chilometri di etere nel quale danzano i mondi creati dal Padre mio
Quanti misteri ha ancora l’Universo per voi! Siete immersi nel mistero. Mistero di Dio. Mistero dei perché di Dio. Mistero della seconda vita. Mistero di leggi cosmiche. Mistero di rapporti fra questo vostro pianeta e gli altri mondi. Mistero dei rapporti fra i viventi sulla terra e i già passati alla seconda vita.”

24 novembre 1943: “Davanti a un Dio che incarna parte di Sé stesso per farne salvezza delle sue creature colpevoli, l‘Universo trasecola di stupore e si prostra in un silenzio adorante prima di esplodere nel cantico delle sfere e dei mondi, giubilanti per la Perfezione che scende a portare l‘Amore al pianeta coperto di peccato.”

9 dicembre 1943: “Allora verrò, non più Maestro ma Re, a prendere possesso della mia Chiesa militante, ormai fatta Una e Universale come la mia Volontà la fece. Cessato per essa il secolare travaglio. Vinto per sempre il Nemico. Mondata la Terra dai fiumi della Grazia scesa per un’ultima volta su di essa a farla come era al principio, quando il peccato non aveva corrotto questo altare planetario destinato a cantare con gli altri pianeti le lodi di Dio, e per la colpa dell’uomo divenuto base al patibolo del suo Signore fatto Carne per salvare la Terra. Vinti tutti i seduttori, tutti i persecutori che con ritmo incalzante hanno turbato la Chiesa mia sposa, Essa conoscerà la tranquillità e la gloria.”

29 gennaio 1944: “Quando il tempo sarà finito e la vita dovrà essere unicamente Vita nei cieli, il mondo universo tornerà, come hai pensato, ad essere quale era all’inizio, prima d’esser dissolto completamente. Il che avverrà quando io avrò giudicato.
Molti pensano che dal momento della fine al Giudizio universale vi sarà un attimo solo. Ma Dio sarà buono sino alla fine, o figlia. Buono e giusto.
Non tutti i viventi dell’ora estrema saranno santi e non tutti dannati. Vi saranno fra quei primi coloro che sono destinati al Cielo ma che hanno un che da espiare. Ingiusto sarei se annullassi ad essi l’espiazione che pure ho comminata a tutti coloro che li hanno preceduti trovandosi nelle loro medesime condizioni alla loro morte.
Perciò, mentre la giustizia e la fine verranno per altri pianeti, e come faci su cui uno soffia si spegneranno uno ad uno gli astri del cielo, e oscurità e gelo andranno aumentando, nelle mie ore che sono i vostri secoli – e già si è iniziata l’ora dell’oscurità, nei firmamenti come nei cuori – i viventi dell’ultima ora, morti nell’ultima ora, meritevoli di Cielo ma bisognosi di mondarsi ancora, andranno nel fuoco purificatore. Aumenterò gli ardori di quel fuoco perché più sollecita sia la purificazione e non troppo attendano i beati di portare alla glorificazione la loro carne santa e di far gioire anche la stessa vedendo il suo Dio, il suo Gesù nella sua perfezione e nel suo trionfo.”

(l’opera di Maria Valtorta e affermazione di autenticità da parte della Madonna a Medjugorje)

Medjugorje, 25 gennaio 1991: “Cari figli, oggi come mai prima vi invito alla preghiera. Che la vostra preghiera sia preghiera per la pace. Satana é forte e desidera distruggere non solo la vita umana ma anche la natura e il pianeta su cui vivete…”

Dal Libro: Cosi parlo Padre Pio

 

 

 

Cleonice Morcaldi nacque à San Giovanni Rotondo (Foggia) il 22 gennaio 1904, nello stesso giorno, mese ed anno in cui Padre Pio faceva a Morcone, dopo il noviziato, la professione religiosa. Conobbe Padre Pio nel 1920, prima di sostenere gli esami di stato per conseguire il diploma magistero. Da allora trovò nel venerato Padre una guida paterna sicura e forte e anche una materna perché sostituì quella di sua madre fin dal momento in cui divenne orfana. Le sue virtù e la sua devozione filiale determinarono, da parte di Padre Pio, una predilezione nei suoi confronti. Alla scuola del primo sacerdote stigmatizato la signorina Cleonice imparò a meditare, a pregare, ad amare Gesù e la Vergine Maria. Fece nelle mani del Padre crocifisso i voti di povertà, castità ed obbedienza, che rinnovò ogni anno il giorno dell’Immacolata Concezione. Annotò diligentemente alcune risposte di ordine spirituale ricevute da Padre Pio. Preparò i testi di alcuni drammi sacri che venivano rappresentati per fini benefici e per raccogliere offerte in favore della la Casa Sollievo della Sofferenza. Dopo la morte di Padre Pio divulgò ciò che aveva appresso da lui, ricevendo nella sua casa persone di ogni ceto e città. Morì il 23 febbraio 1987. Ha lasciato una raccolta di Testimonianze su Padre Pio e un Diario.

Cleonice disse a Padre Pio: “Quando mi han detto che i pianeti sono abitati, la mia fede si è scossa”. Padre Pio rispose: “E che? Non vorresti che ci fossero altri esseri? Che l’onnipotenza di Dio si fosse limitata a questo nostro piccolo pianeta?”

Cleonice disse a Padre Pio:  Ho pensato che la terra è un niente di fronte agli altri e a tutti gli altri pianei. Padre Pio rispose:  E si e noi usciti dalla terra siamo un nulla. Il signore non avra certo ristretto la sua gloria a questo piccolo pianete, in altri ci saranno degli esseri che non avranno peccato come noi!

(Padre Pio a Cleonice  Morcaldi, La mia vita vicino a Padre Pio diario intimo spirituale, Edizioni casa sollievo della sofferenza, quinta edizione, 2013, pag. 85)

La testimonianza di Nicola Reina

 

NICOLA REINA E LA VITA NELL’UNIVERSO

 

Alcuni messaggi che parlano di vita su altri pianeti

14 novembre 1994, ore 4,30 
Nicola: “Mamma ieri sera nella trasmissione televisiva Misteri è stato trattato il fenomeno degli Ufo. L’interrogativo che si sono posti gli scienziati in seguito alle testimonianze visive dei tantissimi che assicurano di averli visti, è il seguente: Esistono altri pianeti abitati da esseri intelligenti? Esistono gli Ufo?  Tu, spinta da sana curiosità e di desiderio di conoscenza perché, se affermativo, apre un’infinità di perché inerenti alla tua fede, giri a me la domanda.
Sì, mamma, tanti altri pianeti sono abitati e costituiscono un insieme unico con voi abitanti del pianeta Terra, facenti tutti parte di questo meraviglioso universo visibile, creato da quell’unico Dio a cui ogni cosa fa capo, per questa sua creatura intelligente, a cui riserva il possesso di se stesso nella vita che non ha fine. 
I tanti perché a cui vorresti che io ti rispondessi, poiché la luce che da essi emanerebbe sarebbe così forte da produrre la paralisi delle vostre facoltà intellettive e di ricezione, non accrescerebbe la vostra fede, anzi la metterebbe in pericolo, allora ti dico, non chiederti niente. Ti illuminerò nella misura che dalla verità che ti comunico e che tu puoi accogliere più chiaro ti sia l’amore immenso di questo Padre che nella Trinità SS.ma genera Gesù per salvare attraverso la sua Passione questa umanità ferita dal peccato. 
La terra è il pianeta più antico ed è stato il primo ad accogliere Lucifero e gli angeli ribelli, precipitati dopo il loro rifiuto di Dio.
Ecco perché Gesù è venuto sulla terra a consumare la sua offerta. Ti chiedi se essi sono simili a noi.  Nell’essenza sì, perché figli dello stesso Padre che ci ha creato a sua immagine. 
Ma, come ogni uomo sulla terra, risente dell’ambiente in cui è nato pur essendo formato perfettamente dagli stessi elementi, e la sua fisionomia varia così che un uomo dell’equatore non presenta le stesse caratteristiche di che è nato tra le nevi del Polo Nord; lo stesso si verifica per gli abitanti dei vari pianeti dell’universo… 
L’uomo del Pianeta Terra è malato, non è più in grado di produrre quell’energia vitale che l’avrebbe portato ad una perfezione uguale o anche superiore, ai suoi fratelli di altri pianeti che si affacciano oggi nella sua vita…”

22 novembre 1994, ore 4,10
Nicola: “Mamma, questa mattina desidero, se mi ascolti, ampliare la tua conoscenza sul mondo visibile che vi circonda, e partirò proprio dagli Ufo di cui tu stessa me ne hai fornito l’occasione.
Dio Padre crea dei figli, che riflettono la sua stessa immagine, intelligenza, libertà di scelta, immortalità, destinati a condividere con Lui la gloria ed una gioia senza fine.
Crea gli Angeli puri spiriti che hanno caratteristiche diverse dagli uomini. Essi si spostano rapidamente, da un punto all’altro dell’universo, sono invisibili, sono in grado di captare tutta la luce che emana dal Dio increato, e quindi apportatori di luce.
Crea l’uomo, anch’esso capolavoro del Dio invisibile, formato di spirito e di carne, e l’uno, completa e condiziona l’altro; a l’uomo affida le sorti del mondo visibile, lo rende compartecipe della creazione. Crea altri esseri viventi gli animali, che anch’essi hanno sebbene ridotta, una libertà di scelta, un’intelligenza in ragione della funzione che sono chiamati a realizzare in aiuto all’uomo.
A coronamento, di tutto ciò, un universo visibile perfetto e meraviglioso ancora da scoprire.
Ti ho parlato, riferendomi agli Ufo, che ci sono sì, altri pianeti abitati da uomini come noi, formati di spirito e di corpo; se essi fossero puri spiriti, come gli Angeli, non avreste visto con i vostri occhi carnali l’oggetto che solcava i vostri cicli e che giustamente avete chiamato astronave. La domanda che vi ponete è se anch’essi hanno peccato come noi, visto che hanno raggiunto un grado di conoscenza superiore alla nostra.
Mamma, ad ogni creatura nata dal suo amore e destinata ad una felicità senza fine, Dio ha chiesto e continua a chiedere una prova d’amore. Così agli Angeli, così all’uomo, sia che esso è stato destinato a popolare il pianeta Terra o altri pianeti sparsi nell’universo. Ed essendo libero (l’uomo) può aver optato o per l’amore o per il rifiuto dell’amore.
Chi ha optato per l’amore è in grado di utilizzare il dono dell’intelligenza, in maniera quasi totale e ve li trovate che sfrecciano sulle vostre teste, suscitando stupore, perplessità, meraviglia. Ma ci sono anche creature degli altri pianeti, ribelli, meritevoli di castigo.
Ma attraverso l’offerta del Figlio suo unigenito, Dio salda questa frattura causata dal peccato ed in un unico amplesso, unisce a sé ogni creatura nata dal suo amore.
Del resto, mamma, anche sulla terra ci sono stati e continuano ad esserci uomini, che attraverso una volontà eroica, spinta al possesso del bene, hanno raggiunto quella perfezione per cui sono stati in grado di godere della visione beatifica di Dio, senza passare per l’ulteriore purificazione del Purgatorio. Sono i santi, i martiri, i mistici.
Questi ultimi specialmente, infrangono le leggi naturali ed il possesso di Dio lo attuano anche su questa terra. Hanno vinto la carne, hanno vinto il dolore, hanno vinto la morte. Io ne so qualcosa.”

Fonte: http://www.nicolareina.it/

 

Verso la nuova Creazione di Stefania Caterina

Stefania Caterina

 

 

è nata a Genova il 19 gennaio 1959 da una famiglia cattolica e praticante, dalla quale ha ricevuto una solida educazione cristiana.

in gioventù ha fatto parte di diversi movimenti ecclesiali, dedicandosi ad attività di volontariato e all’insegnamento del catechismo.

Laureata in giurisprudenza, ha lavorato per sette anni come funzionario della pubblica Amministrazione.

Nel 1994 ha deciso di lasciare tutto per consacrarsi totalmente a Dio e alla Sua opera, mettendo a disposizione del Signore i doni ricevuti da Lui.

 

Profilo del sito

Nel 2008 la casa editrice “Luci dell’Esodo” ha pubblicato il mio libro dal titolo “Oltre la grande barriera”.  In questo libro ho raccolto le esperienze straordinarie vissute fin dall’infanzia, attraverso le quali il Signore e altri strumenti da lui scelti ha voluto spiegarmi molte cose circa il suo piano divino di ricapitolare in Cristo tutte le cose in cielo e in terra. Non si tratta semplicemente di una raccolta di messaggi celesti ma della presentazione di un disegno di Dio ben preciso che ha al centro Gesù Cristo verso il quale converge l’intera creazione. Questo piano è destinato a coinvolgere l’intera umanità, vivi e defunti, non solo sulla terra ma anche su altri pianeti dove mi è stato mostrato che esistono altri uomini, creati a immagine e somiglianza di Dio e come noi chiamati a formare un solo popolo, il popolo di Dio.

 

Credo che molti di voi abbiano letto il libro di cui parlo. Per chi non lo avesse fatto mi presento brevemente. Sono nata a Genova il 19 gennaio 1959 da una famiglia cattolica e praticante. In gioventù ho fatto parte di diversi movimenti ecclesiali, dedicandomi ad attività di volontariato e all’insegnamento del catechismo. Dopo essermi laureata in giurisprudenza, ho lavorato per diversi anni nella Pubblica Amministrazione. Nel 1994 ho deciso di lasciare tutto e di consacrarmi totalmente a Dio e alla sua opera, mettendo a disposizione del Signore i doni ricevuti da lui. Le esperienze straordinarie che vivo, avvengono attraverso locuzioni interiori e visioni, durante le quali ricevo spiegazioni dal Signore stesso o dai suoi strumenti. Non mi dilungo oltre sulla mia persona che non deve in alcun modo essere al centro dell’attenzione. Del resto, nell’introduzione al libro ho parlato più approfonditamente delle mie esperienze e dei motivi che mi hanno indotto a scrivere e ad essa rimando. Il  libro “Oltre la grande barriera” ha incontrato il favore del pubblico e per molti ha rappresentato un aiuto prezioso nel cammino di fede, come testimoniano le molte lettere ed e.mail che mi sono pervenute . Di questo ringrazio Dio ed i lettori.

Desidero ora presentarvi questo nuovo periodico dal titolo: “Verso la nuova creazione”. Perché un nuovo periodico?

  1. Perché con questo strumento, insieme ai collaboratori della Casa editrice “Luci dell’Esodo” e col loro prezioso aiuto, vorrei venire incontro alle richieste che mi sono pervenute da parte di molti lettori del libro “Oltre la grande barriera”, i quali desiderano approfondire i contenuti del libro;


  2. Per provare a delineare con maggior chiarezza un cammino di fede che porta alla realizzazione delle promesse di Dio per la nostra vita, e che è l’asse portante del messaggio del libro;


  3. Perché nell’ultimo capitolo del libro, ho parlato della Terra come di un grande scenario nel quale si svolgeranno avvenimenti che riguarderanno l’intera umanità che popola l’universo. Dal 2008 quando ho scritto quelle cose ad oggi, Dio ha fatto molte altre cose. La sua azione è passata e passa attraverso le anime degli uomini, silenziosamente, e rende l’uomo partecipe della sua opera e della sua regalità. Vorrei aiutarvi a capire cosa sta facendo Dio per noi, in questo momento della nostra storia;


  4. Infine per aiutarvi a camminare nella fede alla luce di tutto ciò che mi è stato spiegato, che ho sperimentato e visto nelle esperienze vissute. Mi affretto a precisare che non mi ritengo la guida spirituale di nessuno; mi limito a portare la mia esperienza come contributo al cammino di fede del popolo di Dio. Attraverso quanto ho ricevuto e ho potuto comprendere, cercherò di indicarvi i passi interiori e gli avvenimenti che coinvolgono l’umanità, osservandoli nella luce di Dio così  come mi vengono spiegati.


Forse vi chiederete il perché del titolo “Verso la nuova creazione”. Perché in tutte le mie esperienze c’è un denominatore comune, un punto di fondamentale importanza che è diventare creatura nuova. Verso questa dimensione Dio sta conducendo ogni uomo e l’intera creazione. Il percorso di fede ci porta necessariamente a vivere una continua trasformazione, di tappa in tappa, verso il raggiungimento della meta finale che è l’essere creatura nuova.

Sono consapevole della grandezza di ciò che ho affermato fin qui e degli obiettivi che mi sono prefissa  con uno strumento in fondo semplice quale è questo periodico. Riconosco anche il mio limite di creatura. Tuttavia ritengo che, con l’aiuto di Dio, con il vostro sostegno e le vostre preghiere, nonché con la

comunione che certamente nascerà fra di noi, questi obiettivi potranno essere raggiunti. Ho fede che insieme potremo raggiungerli.  Gesù ha detto: “Tutto è possibile per chi crede”(Mc 9, 23).

In ogni aggiornamento del periodico, presenterò un articolo su di un tema, corredato da una esperienza vissuta, ad esempio un messaggio o la descrizione di una visione, attinente al tema trattato. Se l’articolo susciterà in voi domande particolari, potete scrivere. Le domande più interessanti e di comune interesse saranno pubblicate nel numero successivo con le risposte. Penso che questo possa essere una buona occasione di condivisione e di crescita per tutti noi. Però vi dico subito che non risponderò a domande che riguardino le vostre situazioni personali, non essendo questa la sede più adatta, Tanto meno mi metterò a disputare con quanti non saranno d’accordo con me. Personalmente ritengo che le discussioni fini a se stesse siano una perdita di tempo e di forze, preferisco un dialogo aperto e sincero.  Mi rendo conto che le esperienze che vivo non possono essere analizzate secondo una logica umana e sfuggono, per così dire, al ferreo controllo della razionalità. Rimane la fede e la libertà di coscienza di ciascuno nell’accogliere o meno tali esperienze. E tuttavia, al  di sopra di tutte le nostre valutazioni e opinioni rimane sempre la carità che accoglie l’altro nella sua originalità con rispetto e senza cadere mai in sterili quanto  inutili polemiche.

Nel chiudere questa presentazione, desidero ringraziarvi fin da ora per la vostra attenzione e assicurarvi la mia preghiera.  Vi abbraccio in Cristo e vi auguro ogni bene.

                                                                                                                  

   Stefania Caterina
https://www.versolanuovacreazione.it/

La straordinaria esperienza di Giorgio Dibitonto

PREMESSA

Ora possiamo fare un passo successivo nella rivelazione, la stessa che Gesù non poteva spiegare agli apostoli perchè non avrebbero potuto portare il peso. La nostra fede una santa cattolica apostolica è fondata sul vangelo e sulla bibbia che entrambi formano la parola di Dio e su entrambe le rivelazioni ci sono tantissime occasioni dove gli Angeli con e senza il corpo fisico si sono manifestati per dare gloria e testimonianza alla Santissima Trinità. La nostra fede universale contemplate Gesù Re dell’universo, un universo abitato non solo da noi ma da miliardi e miliardi di pianeti in tutte le galasse conosciute nel nostro universo creato dalla Santissima Trinità. Quindi la fede non va in nessun modo in contrasto con l’esistenza di altri popoli nell’universo come noi poichè appunto se accettiamo che la fede è universale stiamo accettando che l’universo è abitato ed è confermato sia nella bibbia, e sia da mistici e santi approvati dalla chiesa cattolica.

 

LA STRAORDINARIA TESTIMONIANZA DI GIORGIO DIBITONTO

Giorgio Dibitonto

Giorgio Dibitonto nato a Toscolano-Maderno (prov. di Brescia) attualmente vive a Manziana (prov. di Roma) Nel 1980 ha avuto inaspettatamente sogni, visioni e incontri ravvicinati come ha poi scritto in “Angeli in astronave” (ed. Mediterranee) pubblicato agli inizi del 1983.

Sin dall’autunno del 1980 è stato invitato, sia in Italia che all’estero, a testimoniare quanto ha vissuto, a tenere incontri, seminari e convegni.
La sua testimonianza è in ordine alle forme ufologiche delle esperienze vissute e soprattutto in ordine al messaggio spirituale e agli ammaestramenti ricevuti.
Eufemio Del Buono ha scritto nella prefazione del libro che “il ‘testimone’, lasciato alla sua morte da George Adamski, doveva essere raccolto e ciò è stato fatto da Giorgio Dibitonto, l’Enoch degli anni 80”.

Nel mondo esistono terminologia che possiamo descrivere come contattisti, ufologi, medium, veggenti, mistici e Giorgio Dibionto rientra in quella di mistico cattolico e contattato. Cattolico perchè la rivelazione ricevuta è totalmente conforme alla fede cattolica, in quanto l’essere che veneriamo come Arcangelo Raffele, esiste davvero e sotto il comando dell’Arcangelo Michele guidano gli eserciti celesti che in questo caso sono sia i nostri Angeli custodi, sia messaggeri di altri mondi uomini e donne come noi già redenti, e sia esseri di luce, quindi Angeli più evoluti che vengono dalle dimensioni spirituali per istruirci e aiutarci e prepararci all’evento che tutti attendiamo, la seconda venuta di Gesù Cristo. Qui di seguito esponiamo due paragrafi dedicati all’essere dalle ali di luce e alle Astronavi Madre per spiegare bene che cosa sono.

Per finire vorrei fare tanto una piccola precisazione. Oggi sentiamo parlare di ufo, ma che cosè un ufo? è un oggetto non identificato, ma ancora meglio è un mezzo fisico pilotato sia a distanza che a bordo da esseri Umani redenti e Angeli in missione. Quindi gli ufo non sono alieni come noi li intendiamo ma mezzi spaziali. Un po come la macchina e il pilota ecco, noi siamo i piloti delle macchine che senza di noi non potrebbero muoversi.

L’essere dalle ali di luce

 

Da bambini ci hanno insegnato che esiste Dio, che ci sono gli Angeli e che i nostri defunti sono andati in cielo o ad abitare altrove. Ma quando ci capita di toccare in qualche modo con mano quell’altrove, tutto diventa nuovo e diverso da prima. Credo che fu così anche per l’apostolo Tommaso; egli aveva già visto Gesù nella sua vita terrena operare miracoli portentosi. Ma quando poté toccare con mano il corpo del Signore che era morto e constatò che era vivo in carne ed ossa, una trasformazione irreversibile subentrò in lui.

George Adamski, il noto e discusso contattista californiano, fece sapere al mondo che era entrato in contatto anche fisico con persone di altri mondi. Si potrà discutere all’infinito sulle modalità più o meno accettabili o credibili coi quali lanciò il suo messaggio, ma resta che quella febbre di divulgare una simile notizia all’umanità era derivata da quel qualcosa che era subentrato in lui e che si era trasformato in una coscienza missionaria. Egli portò a termine il suo proposito divulgativo senza badare alle gravissime difficoltà che questo comportò.

Nel primo capitolo di “Angeli in astronave” dal titolo “L’essere di luce”, ho raccontato quanto mi accadde per la prima volta. Di vedere cioè “un giovane di una bellezza straordinaria”. Poiché avevo scoperto di poter dare dei benefici ai malati con la pranoterapia, un uomo mi aveva chiesto aiuto per uno stato di malessere cui andava soggetto nonostante le cure dei medici. L’uomo stava supino e io gli tenevo le mani un poco sopra la testa per dargli beneficio. Fu mentre stavo così che intravidi nella stanza quella luce che ho descritto nel primo capitolo del libro e in mezzo a quella luce mi apparve l’angelo Raffaele, il cui nome significa medicina e guarigione di Dio.

Raffaele diventò una presenza costante che mi accompagnava ovunque e mi faceva sentire bene. Quando un angelo ti avvolge della sua luce, quella luce ti penetra dentro e sembra non lasciarti più. Ho riflettuto spesso in tutti questi anni, dall’inizio del 1980, allorché avvenne quella manifestazione, sugli effetti che ne derivarono in me. E credo che la cosa che più mi si impresse, fu sapere che gli Angeli esistono davvero e che ci sono vicini. Si perde così quel senso di solitudine nel quale si vive in questo mondo rispetto alla vita e alla coscienza della morte. Da quel momento, anche nelle crisi inevitabili, sai di non essere più solo e questo ti aiuta perché riempie quel vuoto che esistenzialmente l’umanità conosce su questo pianeta.

Voglio dire qualcosa sulla Premessa che ho posto all’inizio del libro. Ho ripreso un brano di George Adamski che fa riferimento alle parole del Vangelo. Infatti Gesù affermò che la casa del Padre ha molte dimore. Adamski si auspica che oggi si possa comprendere quanto la religione e il clero ci hanno da sempre insegnato. Perché a suo avviso tutto questo oggi trova conferma anche nei tanti segni di queste manifestazioni e contatti extraterrestri, spirituali e fisici.

La domanda che egli pone ai ministri del culto e ai sacerdoti è certamente provocatoria, ma per niente offensiva. Egli fa una domanda retorica per dire: anche voi, ministri del culto e sacerdoti, riconoscete che tutto quello che ci avete insegnato è vero anche perché alcuni di noi hanno oggi la sorte di toccare con mano l’avveramento delle profezie. Esiste la vita oltre questo nostro pianeta e gli Angeli e altri esseri umani vengono da altri mondi e da altre dimensioni a farci visita per darci aiuto e soccorso e per ammaestrarci essendo più vicini all’Amore e alla Verità divina più di noi. Essi ci annunciano che siamo nel tempo del compimento del regno di Dio profetizzato da sempre. George Adamski afferma: non sono frottole quelle che ci avete insegnato, ma è verità e realtà.

E’ quanto è accaduto a me in quel 1980 quando vidi Raffaele in veste di luce. E quanto mi venne rivelato in seguito. Da quel momento non potevo più avere dubbi circa l’esistenza extraterrestre. Le esperienze che feci con altri miei amici mi confermarono che George Adamski non aveva mentito, anche se riferì alcune cose in un modo che poterono essere fraintese. Infatti, almeno formalmente, nelle sue formulazioni e nei suoi racconti, accomunò gli Angeli puri spiriti agli Extraterrestri quali uomini in carne ed ossa come noi in visita alla Terra. Riferì altre cose che lo fecero tacciare di impostore e che vorrei trattare in questo sito.

Ma che gli Angeli si presentano anche in carne ed ossa, non dimentichiamolo, è raccontato nella Bibbia. Gli Angeli di Dio si manifestano in carne ed ossa a Tobia, ad Abramo e ad altre persone delle Sacre Scritture. Nella Bibbia Essi mangiano, bevono, si lavano e fanno le stesse cose degli uomini fisicamente. Ma di questo tratterò più avanti, alla luce delle esperienze che ho riferite nel libro.

L’astronave Madre parte 1°

Quando ci si trova davanti ad uno spettacolo così insolito e umanamente inspiegabile – come quello che ho descritto nel capitolo 6° di “Angeli in astronave”- si resta così attoniti che sembra che tutte le facoltà interiori ed esteriori della nostra persona restino come sospese, inattive. Si è solo capaci di guardare e ammirare per penetrare in quello che si manifesta.

L’astronave che agli inizi del 1980 si avvicinò e si posò sui prati delle alture di Spotorno è stata capace di scolpire, in chi vi ha assistito, negli occhi e nel cuore un’immagine che non si cancellerà più. Così le sensazioni, le emozioni e i sentimenti che quella visione ha fatto scaturire dal profondo, restano vive ancor oggi dopo tanti anni e lo saranno per sempre.

Penso che qualcosa di simile abbiano visto e provato coloro che, nei tempi antichi, si trovarono davanti alla “nube” descritta dalla Bibbia. Ezechiele vide la grande “nube” e la descrisse nel primo capitolo del suo libro biblico.

“Io guardavo”, scrisse, “ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinio di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente”.

Quando feci l’avvistamento ed ebbi l’incontro ravvicinato con l’astronave-madre a Spotorno, non conoscevo il libro di Ezechiele e tanto meno la sua visione. Quando in seguito la lessi, ne restai meravigliato per la rassomiglianza con alcune cose che mi si erano mostrate. Avevo visto l’astronave-madre ed Ezechiele vide la grande nube. Vidi uscire dall’astronave quattro dischi volanti ed Ezechiele descrive quattro esseri viventi.

Il profeta descrive la “nube” come in mezzo a turbinio di fuoco, tutto intorno risplende e c’è come un balenare di elettro incandescente. “Elettro” è una parola greca che significa “ambra”. L’ambra è una sostanza che sfregata con molto attrito produce molta energia elettrica. Il profeta vede la nube che sfrega fortemente l’aria e si carica di balenii incandescenti di energia luminosa. A Spotorno vedemmo una cosa similare e la descrivemmo similmente alla citazione biblica: “La luce (dell’astronave a forma di sigaro) aumentava di intensità, e ora lo vedevamo bene. Era lungo varie decine di metri, (forse 100-120) e alto fino alla sommità degli alberi retrostanti nel punto dove appariva più panciuto. Una lunga serie di oblò rotondi emetteva nella notte fasci di luci colorate che sembravano non oltrepassare lo spazio racchiuso nell’area del luogo. Dopo qualche minuto si illuminò completamente, tanto che pareva una nave da crociera in festa e molto più. Eravamo attratti dai colori e dalla luce diffusa ovunque, come se avesse avuto tante fonti che non riuscivamo a localizzare”.

“La luminosità del sigaro aumentò ancora, e dagli oblò iniziò un gioco di luci che parve ai nostri occhi una festa inimmaginabile per la sua bellezza e varietà. Quella luce e quei colori, quei giochi ritmici e festosi facevano vibrare nell’animo cose che è difficile raccontare”.

Dopo questo assistemmo a quanto segue e anche Ezechiele descrive una realtà similare. In “Angeli in astronave” scrissi: “Da un punto estremo del sigaro uscirono, uno dietro l’altro, quattro dischi, talmente luminosi da apparire come globi di luce bianca. Andarono a posarsi sul prato, nello spazio libero che vi era tra noi e il grande “sigaro”. Si aprirono [i quattro dischi] e ne uscirono uomini e donne. Come giustamente commenta George Adamski nel suo terzo libro “I dischi volanti torneranno”, (Edizioni Mediterranee), capitolo 10 “La Bibbia e gli Ufo”, il profeta descrive allo stesso modo sia i mezzi spaziali che coloro che ne discendono. Egli parla di “quattro esseri animati” che “avevano sembianza umana”. E descrive il disco volante: “Gli esseri andavano e venivano come un baleno. Io guardavo quegli esseri ed ecco sul terreno una ruota al loro fianco, di tutti e quattro. Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio e tutt’e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo ad un’altra ruota. Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt’e quattro erano pieni di occhi tutt’intorno”.

La “ruota nella ruota” di Ezechiele corrisponde alla flangia e alla cupola del disco volante visti da Adamski e da innumerevoli persone. Gli “occhi tutt’intorno” corrispondono agli oblò. Il profeta scrive che stava davanti alla gloria del Signore e che quegli esseri erano sospinti dalla forza dello spirito: “Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote”.

Ezechiele sta dunque descrivendo degli esseri spirituali che hanno il potere di fare muovere, volare e fermare le ruote che noi oggi diciamo dischi volanti. Non parla degli Angeli? Quando George Adamski, negli stessi libro e capitolo citati, dice che i terrestri hanno anche sparato contro i dischi volanti, si chiede se non abbiano sparato contro gli Angeli. Sia Ezechiele che Adamski parlano della Gloria del Signore, della manifestazione degli Angeli nelle forme cosmiche. E “Angeli in astronave” descrive queste visioni e questi contatti similarmente e dice che quei Fratelli hanno detto di essere gli Angeli della Bibbia.

Nel Libro biblico di Tobia, l’arcangelo Raffaele si mostra come un giovane uomo col nome di Azaria e allora non dovrebbe destare meraviglia che a Spotorno degli Angeli si siano mostrati come uomini e donne con un nome. Extraterrestri significa che provengono da mondi e dimensioni ultraterrestri.

Essi ci richiamarono il patto d’alleanza che Dio fece con gli uomini tramite Noè, scritto in Genesi, e ci dissero che le nubi profetizzate in quella occasione per il tempo della fine o inizio del regno di Dio, erano astronavi celesti o la Gloria del Signore. Vi è scritto: “Leggete”, [Raffaele] insisté ancora, “leggete ogni parola [del patto di Dio con Noè in Genesi] e meditatela. Iddio disse a Noè: «Quando accumulerò le nubi sopra la terra e si vedrà l’arcobaleno nelle nubi, allora io mi ricorderò del patto fra me e voi e tutti gli esseri viventi di ogni specie, e le acque non saranno più un diluvio per distruggere ogni carne».

“Non vi pare [spiegò Raffaele] che si intensifichino le apparizioni delle nostre navi spaziali nei vostri cieli? Noi ve lo assicuriamo: il Padre ci ha detto che questo è già il momento nel quale Egli intende accumulare le navi dei figli fedeli sopra la Terra e presto sarà anche visibile l’arcobaleno su di esse, perché sarà palese l’alleanza fra noi e il Padre, alleanza che sarà estesa anche ai figli della Terra. Su quelle navi del cielo saremo noi e vi sarà soprattutto Colui [Gesù Cristo] che promise di tornare sulle nubi del cielo con grande gloria e potenza. Egli con noi vi riporterà in Eden a ripopolare il suo giardino”. Solo in seguito lessi anche le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo (capitolo 24): “Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo [Gesù Cristo] e allora si batteranno il petto tutte le tribù della Terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli “(versetto 30-31). “Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo “(versetto 37).

L’astronave Madre parte 2°

Nel sesto capitolo di “Angeli in astronave” ho raccontato l’incontro ravvicinato avvenuto sulle alture di Spotorno, in provincia di Savona. E ne ho già scritto un breve commento in questo sito. Voglio richiamare e ribadire alcune cose che furono dette dagli Angeli. Anche quella volta fummo guidati e condotti dai Fratelli dello Spazio sul luogo prestabilito. Quando fummo là, Raffaele ci diede l’annuncio della loro presenza nelle forme cosmiche.

La loro luce non si fece attendere e l’oscurità della notte si tramutò in un festoso incontro. “Avvertivamo la solita grande pace provata in tutti gli incontri precedenti. L’oggetto spaziale dava una sensazione di grandezza che faceva sembrare quel luogo così illuminato irriconoscibile. Pareva il luogo di un altro mondo di meraviglie”.

I Fratelli della Luce sceglievano sempre luoghi dove la natura era incontaminata, lontano dai centri abitati. Amavano posare i loro mezzi spaziali sull’erba dei prati laddove la loro presenza e la natura bene si fondevano armoniosamente.

Quella notte, dall’astronave uscirono prima quattro dischi volanti e da essi scesero uomini e donne che venivano da altri mondi e dimensioni. È impossibile poter descrivere a parole quello che si prova davanti a un simile spettacolo e a contatto con quei nostri Fratelli Maggiori. Se qualcosa e qualcuno non aiutasse, si potrebbe morire per l’emozione, ma sempre ci sentimmo sorretti e messi in grado di sostenere questi fatti che nell’arco di circa sei mesi si susseguirono.

In quella notte indimenticabile, anche dei profumi, che non ci parvero di questo mondo, ci rallegrarono e resero straordinario tutto. Ci furono momenti di viva commozione e la pace e la gioia trasparivano da tutto e da tutti, Extraterrestri e terrestri.

La loro presenza sempre trasformava l’ambiente in un giardino dell’Eden perché sembrava di non essere più sulla Terra e di essere stati trasportati in modo subitaneo e magico in un altro mondo e in altra dimensione. Anche il canto dell’usignolo entrò nello scenario come cosa viva e messaggera di voci celesti. Tutto insomma ci portò oltre il nostro quotidiano e normale vivere di terrestri.

L’annuncio di Raffaele, sempre sintetico ed esplicativo, si fece udire e quelle parole si scolpirono nella nostra mente e nel nostro cuore: “Presto la Terra sarà nuovamente giardino di Eden. Ma gli uomini della Terra, a causa della durezza del loro cuore, prima di essere nuovamente felici, dovranno molto soffrire. Vincerà alla fine l’Amore che è in ognuno di loro, più forte di ogni cattiva passione”.

Poi Firkon spiegò in modo più pratico quelle parole: “Nella Bibbia”, disse con vivacità, “si legge che gli Ebrei ebbero un esodo che li condusse fuori dalla schiavitù. Ebbene, questo è il nostro messaggio attuale: la Terra si prepari ad un nuovo esodo senza precedenti nella sua storia. Nessun fatto mai accaduto sulla Terra può essere paragonato a quanto vi attende. Per comprendere, occorre che si leggano “i segni” che il testo narra per quell’esodo. Colonne di fumo e di fuoco, che voi oggi chiamate dischi e astronavi, furono a capo dei fuggiaschi dall’Egitto. Gli stessi segni, le stesse realtà che vi stanno preannunciando il nuovo e definitivo esodo che vi condurrà fuori dal male vi porterà nell’Amore Universale, vera terra promessa. È molto importante che questo sia compreso da tutti. I tempi incalzano”.

“Noi”, disse Ilmuth con voce dolcissima, “vi accompagneremo come facemmo allora, e molto più grande sarà ora la nostra assistenza. Vi condurremo nel giardino di Eden”.

Kalna annunciò che l’umanità si appresta ad attraversare un grande deserto, sia in senso umano che spirituale, perché sulla Terra ci sarà la grande desolazione preannunciata anche dal Vangelo di Matteo (capitolo 24). Ma disse: “Non vi lasceremo mai e sarete protetti come nessuna creatura lo fu mai sul vostro pianeta tormentato”.

Kalna proseguì dicendo che allora gli Israeliti furono condotti da Mosè e che ora sarà Gesù, il novello Mosè, a condurre l’umanità nel suo nuovo esodo finale. Disse di Lui: “Egli amerà tutti i popoli della Terra durante il loro esodo finale e sarà padre e fratello dolcissimo. Tutti coloro che avranno fiducia in Lui e vorranno averLo come guida, potranno arrivare alla mèta prefissa”.

Nei commenti successivi ai capitoli del libro scriverò altre cose. Ora vorrei dire soltanto che a quel tempo io non conoscevo il Libro biblico di Ezechiele e restai molto sorpreso quando più tardi lo lessi e trovai che al profeta si era mostrata la “grande nube” e ne erano usciti i quattro esseri viventi. Le descrizioni di Ezechiele richiamano sia l’astronave che i quattro dischi volanti che vedemmo a Spotorno. La descrizione delle “ruote” e degli “occhi tutto intorno” e tanti altri particolari coincidono con l’esperienza di Spotorno, come pure gli Esseri che lo contattarono e gli diedero un messaggio spirituale Infatti Ezechiele, nel Capitolo Primo (versetti 1-21) del suo libro biblico, scrisse: “Il cinque del quarto mese dell’anno trentesimo, mentre mi trovavo fra i deportati sulle rive del canale Chebàr, i cieli si aprirono ed ebbi visioni divine. Il cinque del mese – era l’anno quinto della deportazione del re Ioiachìn – la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele figlio di Buzì, nel paese dei Caldei, lungo il canale Chebàr. Qui fu sopra di lui la mano del Signore.

Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinio di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente. Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l’aspetto: avevano sembianza umana e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali. Le loro gambe erano diritte e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli dei piedi d’un vitello, splendenti come lucido bronzo. Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d’uomo; tutti e quattro avevano le medesime sembianze e le proprie ali, e queste ali erano unite l’una all’altra. Mentre avanzavano, non si volgevano indietro, ma ciascuno andava diritto avanti a sé. Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d’uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d’aquila. Le loro ali erano spiegate verso l’alto; ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che coprivano il corpo. Ciascuno si muoveva davanti a sé; andavano là dove lo spirito li dirigeva e, muovendosi, non si voltavano indietro.

Tra quegli esseri si vedevano come carboni ardenti simili a torce che si muovevano in mezzo a loro. Il fuoco risplendeva e dal fuoco si sprigionavano bagliori. Gli esseri andavano e venivano come un baleno. Io guardavo quegli esseri ed ecco sul terreno una ruota al loro fianco, di tutti e quattro. Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio e tutte e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un’altra ruota. Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutte e quattro erano pieni di occhi tutto intorno. Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote”.

 

Sito ufficiale di Giorgio Dibitonto
www.angeliinastronave.it

Il cosmo abitato confermato dalla Madonna di Medjugorje

Attraverso gli scritti di Maria Valtorta

 

 

A Medjugorje nei primi anni, ad una domanda fatta da Marija circa gli scritti di Maria Valtorta, la Madonna ha risposto che “si possono leggere”.

Il fatto è stato riportato anche da P. Livio in Radiomaria nel 1988; il testo trascritto del file audio è questo:

«Cari amici, siamo nelle vacanze di Natale del 1988 e precisamente martedì 27 dicembre. Siamo giunti a Medjugorje soltanto da un giorno e ci apprestiamo a vivere questa fine di anno, questa veglia, e questo inizio del 1989, in sintonia con la Madonna… fermarmi un momentino su quello che è stato detto da Vicka a riguardo all’Opera di Maria Valtorta il “Poema dell’Uomo-Dio”. Questa è una domanda che viene posta da tantissimi gruppi da ogni parte del mondo. E questo fa comprendere come mai l’Opera di Maria Valtorta sia letta in ogni parte del mondo, perché ormai tradotta in tutte le lingue principali. Ma una cosa sicuramente importantissima è questa: è che Marija, su consiglio di tutti i sacerdoti, per ben due volte ha chiesto alla Madonna se l’Opera di Maria Valtorta era vera e se si poteva leggere, e la Madonna ha detto, sì, che è tutto vero e che si può leggere. Questo la Madonna l’ha detto due volte in due apparizioni diverse, lo ha detto a me Marija personalmente, e si vede che l’ha detto anche a Vicka, perché Vicka si fa portavoce di Marija.»

AUDIO DI PADRE LIVIO 

Opinione di padre Livio Fanzaga Radio Maria
«Cari amici vorrei soffermarmi un momentino su quel che è stato detto da Vicka a riguardo dell’Opera di Maria Valtorta, il Poema dell’Uomo-Dio (oggi “L’Evangelo come mi è stato rivelato”, CED, n.d.r.). Questa è una domanda che viene posta da tantissimi gruppi da ogni parte del mondo e questo fa comprendere come l’Opera di Maria Valtorta sia letta in ogni parte del mondo perchè ormai tradotta in tutte le lingue principali.

Ma una cosa che sicuramente è importantissima è questa: è che Marija, su consiglio di sacerdoti, per ben 2 volte ha chiesto alla Madonna se l’Opera di Maria Valtorta era vera e se si poteva leggere, e la Madonna ha detto che sì, tutto vero, e che si può leggere. Questo la Madonna l’ha detto 2 volte, in 2 apparizioni diverse, l’ha detto Marija a me personalmente e si vede che l’ha detto anche a Vicka, perchè qui Vicka si fa portavoce di Marija. Io vorrei sottolineare l’importanza di tutto questo: innanzi tutto perché la Madonna non è solita rispondere facilmente alle domande: tante volte, quando la gente che può porre domande alla Madonna (attualmente Ivan può porre domande alla Madonna), ma, molte volte quando la gente pone delle domande alla Madonna, molte volte, il più delle volte la Madonna non risponde, oppure risponde dicendo: «Che preghi, quella persona, e nella preghiera avrà la risposta», che poi è la normale illuminazione dello Spirito Santo, e cioè la Madonna non si vuol sostituire a quella che è la via ordinaria attraverso la quale Dio guida le anime, che sono appunto le illuminazioni dello Spirito Santo. Ma che la Madonna per ben 2 volte abbia risposto a questa domanda riguardante un’altra rivelazione privata, cosa che la Madonna non fa mai, cioè riguardo Maria Valtorta, che la Madonna abbia risposto affermativamente dicendo che è tutto vero e che si può leggere, mi pare un fatto di grande importanza. Questo significa la grande importanza che la Madonna annette all’Opera di Maria Valtorta e al fatto che i fedeli leggano questa opera.
E così vorrei dire proprio questo, cari amici, avendo io letto il Poema dell’Uomo-Dio (oggi “L’Evangelo come mi è stato rivelato”, CED, n.d.r.), quest’opera in 10 volumi per ben tre volte, e quindi essendo in grado ormai di valutarla nella sua complessità e nel suo valore, io mi sento di dire, cari amici, non conosco nessun commento al Vangelo più ortodosso, più edificante, più stimolante di questo, e quindi vorrei, cari amici, che accoglieste questo invito della Madonna a leggere quest’opera perchè è tutta vera (cioè: non contiene errori contro la fede e la morale della Chiesa Cattolica, ndr). Quindi leggete cari amici, perchè sicuramente ne trarrete grandi benefici per le vostre anime. Non è neanche difficile avere quest’opera, non costa molto; 10 volumi che possono essere per voi un nutrimento spirituale insostituibile»

Medjugorje, 25 gennaio 1991: “Cari figli, oggi come mai prima vi invito alla preghiera. Che la vostra preghiera sia preghiera per la pace. Satana é forte e desidera distruggere non solo la vita umana ma anche la natura e il pianeta su cui vivete…”

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